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Cantieri navali: dati e informazioni per efficaci azioni di prevenzione

Cantieri Navali foto di Marek Piwnicki Unsplash

L’Inail ha pubblicato recentemente una nuova Scheda dal titolo: Cantieri Navali: analisi degli infortuni e piano mirato di prevenzione  [1] (la n.17), relativa a dati e informazioni  prodotte mediante Infor.Mo – Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi sul lavoro.  La scheda descrive le condizioni di rischio dei  cantieri navali e illustra le azioni del  Piano mirato di prevenzione (PMP), realizzato nei cantieri navali di Messina.

Alcuni dati:

Tra il 2014 e il 2018: Indice di incidenza degli infortuni
(numero eventi in rapporto agli addetti)
Industria e servizi Cantieristica Navale
Si scende da 22,6 a 19,6 infortuni per mille addetti Si scende da 31,4 a 29,7 infortuni per mille addetti
Tra il 2014 e il 2018: Eventi gravi
(che hanno comportato un’assenza dal lavoro superiore a 30 giorni)
e Eventi mortali
Industria e servizi Cantieristica Navale
Il 33% del totale degli eventi riconosciuti Mentre per i cantieri navali il 35%
Nei cantieri navali, quindi, il rischio infortunistico è più alto rispetto a quello riscontrato per tutta l’Industria e servizi, inoltre anche la gravità media degli eventi è leggermente più alta.

I più importanti cantieri, con un maggior numero di addetti (49% sul totale  nazionale), sono  concentrati in tre regioni: Liguria, Friuli Venezia Giulia e Toscana: in queste regioni si verifica il 54% degli infortuni della cantieristica navale italiana. Inoltre il 27% degli eventi si verifica in sole 3 delle circa 1.600 aziende che compongono il settore e le  imprese medio grandi giocano un ruolo preponderante, considerando che il 43% degli addetti del settore è occupato in aziende con oltre 100 lavoratori, mentre solo il 23% di essi opera per ditte che hanno al massimo 10 lavoratori.

L’archivio  del Sistema di sorveglianza Infor.Mo [2], ha fornito l’analisi delle dinamiche infortunistiche di 63 eventi, di cui 26 mortali e 37 gravi (con prognosi superiore a 40 giorni), occorsi tra il 2002 e il 2018. Le mansioni svolte dai lavoratori interessati dagli infortuni sono per il 60% le seguenti:

  • meccanici/manutentori di macchine,
  • marinai di coperta
  • e saldatori/montatori di carpenteria metallica.

La percentuale  dei lavoratori stranieri coinvolti negli infortuni è del 38%: il doppio dell’analoga percentuale relativa al totale dei settori economici. Lavoratori che hanno tuttavia, per  il 70%, un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (56% è il dato registrato per l’intero archivio). L’81% ha una esperienza nella mansione superiore a un anno ed il 61% oltre i 3 anni, in linea con il dato complessivo.

Lesioni maggiormente riportate dai lavoratori:

  • fratture (44%),
  • schiacciamenti o contusioni (27%)
  • ferite o amputazioni (18%).

Modalità incidentali più frequenti:

  • cadute dall’alto dell’infortunato (37% dei casi),
  • cadute dall’alto di gravi (22%)
  • investimenti sia per fuoriuscita di mezzi dal percorso previsto (incluso il ribaltamento) sia per contatto con gli stessi nella loro sede (16%).

L’archivio del Sistema di sorveglianza permette di individuare, per le tre  principali modalità d’infortunio sopra indicate, ulteriori approfondimenti:

Cadute dall’alto

Il 43% delle cadute dall’alto dell’infortunato avviene da navi/imbarcazioni in costruzione o in riparazione, il 26% da attrezzature per il lavoro in quota, il 22% da scale sia fisse sia portatili.
Le mansioni interessate sono essenzialmente due:

  • marinai di coperta o operai assimilati
  • ed i saldatori o montatori di carpenteria metallica.
Caduta di carichi

Per il 54% dei casi i gravi cadono da macchine o attrezzature di sollevamento e trasporto, quali paranchi, muletti, gru, carriponte e simili.
Per il 31% da imbarcazioni e attrezzature per il lavoro in quota, dove detti materiali sono accatastati.
La mansione principalmente coinvolta:

  • meccanici/ manutentori di macchine (50%).
Investimenti e ribaltamenti

Si tratta di eventi trasversali alle varie mansioni, sono coinvolte imbarcazioni  movimentate o di servizio nel cantiere, ma anche carrelli elevatori, muletti e piattaforme di sollevamento.

La Scheda fornisce, sempre con riferimento ai tre principali fattori, ulteriori elementi relativi:

  • all’analisi dei rischi
  • alle principali misure di prevenzione.
Piano mirato di prevenzione

Nell’ambito di un  progetto del Ccm (Centro di controllo delle malattie) del Ministero della salute e di Inail-Dimeila, in collaborazione con alcune Regioni, è stato attuato un intervento incentrato sulla:

sperimentazione di una modalità di assistenza alle imprese per il processo di valutazione dei rischi, tenendo conto delle specifiche esigenze territoriali.
La sperimentazione, consistita in uno studio multicentrico concluso nel 2019 e condotto in undici regioni per verificare l’efficacia di un modello standard di assistenza, ha preso in considerazione interventi caratterizzati da una successione di macro azioni quali:
• condivisione degli strumenti e la formazione per la VDR;
• autovalutazione e controllo dei fattori di rischio;
• verifica d’efficacia dell’intervento e indagine tramite questionario ai lavoratori.

Per il settore della Cantieristica navale è stato condotto, sempre nell’ambito del progetto Ccm, un Piano Mirato di Prevenzione  nella città metropolitana di Messina, iniziato il 1 aprile 2017 e conclusosi il 31 marzo 2019.

Rinviamo per ulteriori approfondimenti alla Scheda che alleghiamo, in cui tra l’altro vengono illustrate (mediante foto) concrete misure di prevenzione quali:

  • la soluzione adottata contro il rischio di caduta in mare dei mezzi di trasporto
  • la soluzione adottata contro il rischio di caduta nel vuoto di persone e cose in area di bacino.

NOTE

[1] Sulla base delle informazioni desumibili dalla Banca dati informo Inail – Dipartimento di medicina del lavoro ha pubblicato ad oggi 17 Schede con riferimento a rischi o a settori specifici.

[2] Infor.Mo: Sistema di sorveglianza sviluppato in collaborazione da Regioni e Inail-Dimeila (Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale).

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