La rivista francese Travail sécurité dell’Inrs ha pubblicato nel mese in corso un articolo dedicato al legame tra prevenzione e pulizia. L’articolo si concentra su quelle aziende che si occupano di igiene sia di sanificazione degli spazi di lavoro, che di sicurezza sanitaria dei prodotti agroalimentari.
Si tratta di un settore che in Francia comprende 600.000 dipendenti, la maggior parte delle imprese del settore (93%) ha meno di 50 dipendenti. Secondo i dati forniti dall’Inrs il 34% delle aziende opera nel settore terziario, il 25% nell’industria, il 9% nella sanità, nel commercio e nelle scuole rispettivamente l’8 e il 5%.
Ma quali sono i rischi che corrono i dipendenti in questi settori?
Sebbene alcune strutture adottino tecniche talvolta avanzate, che possono comportare rischi particolari, come la criogenia o gli ultrasuoni, molti rischi sono condivisi da tutte le imprese di pulizia: in particolare DMS (disturbi muscoloscheletrici i quali costituiscono il 96% dei casi di malattie professionali nel settore), rischi biologici, rischi psicosociali. È necessario stabilire piani di prevenzione tra le imprese di pulizia e coloro che beneficiano dei loro servizi. Le aziende–clienti devono consentire l’identificazione dei rischi presenti negli ambienti di lavoro in cui gli operatori del settore pulizia sono chiamati a lavorare e a cui possono essere esposti, concordando l’attuazione di misure di prevenzione adeguate ed efficaci.
Secondo l’Insee, il corrispettivo francese dell’Istat, il 9% dei dipendenti del settore lavora dalla mezzanotte alle 5 di mattina mentre il 19 percento dalle 8 di sera a mezzanotte: organizzazione del tempo di lavoro che di fatto genera diversi fattori di rischio legati alla alterazione dei ritmi biologici, familiari e sociali. Questa pratica è tuttavia preferita da molti datori di lavoro che valutano l’operato degli addetti alle pulizie durante l’orario di lavoro come sconveniente. In realtà afferma Philippe Jouanny (presidente della Fédération des Entreprises de Propreté, d’Hygiène et Services Associés [FEP]) il 95% di coloro che impiegano le ditte di pulizia durante l’ordinario orario lavorativo delle loro imprese si ritengono soddisfatti del loro operato.
Il rischio più comune è però quello di cadute dall’alto o da in piedi causato da pavimenti scivolosi o presenza di gradini e dislivelli. Rischio che aumenta nei casi di lavori d’emergenza la cui pericolosità cresce quando i lavori sono svolti in quota.
Anche l’esposizione agli agenti chimici non è da sottovalutare per quanto non rappresenti una percentuale significativa degli incidenti nel settore. Il rischio è legato soprattutto ai prodotti per la pulizia, prevenirlo comporta una buona formazione dei dipendenti e un efficace e costante uso dei dispositivi di prevenzione individuale come guanti o mascherine.
Infine, a causa dei frequenti e talvolta lunghi spostamenti tra un luogo di lavoro e l’altro, è necessario tenere conto del rischio stradale. Le buone pratiche di prevenzione includono la previsione dei percorsi, la manutenzione e l’assistenza regolare dei veicoli, il loro allestimento con adeguati mezzi di fissaggio dei materiali trasportati.
Il confronto con il cliente è necessario per definire e integrare protocolli di sicurezza sul piano della prevenzione, al fine di garantire sia l’efficacia delle pulizie sia la sicurezza ponendo attenzione alle esigenze dei lavoratori di entrambe le aziende coinvolte.
Il lavoro di pulizia ed igienizzazione è fondamentale come strumento preventivo sia per gli addetti al settore che per i dipendenti delle imprese-clienti. Uno spazio di lavoro igienizzato aiuta a prevenire i rischi batteriologici e psicosociali sul lavoro rendendo i dipendenti del settore della pulizia contemporaneamente operatori della prevenzione e soggetti della stessa. Questo ruolo è facilmente individuabile nell’ambito della sanità in cui l’operato dei professionisti della pulizia è fondamentale per la sicurezza dei pazienti e di tutti gli operatori sanitari.