L’Agenzia di Bilbao lancia la nuova Campagna europea 2023-2025
Abbiamo affrontato il tema della digitalizzazione in un recente articolo che segnalava l’attenzione nei confronti della salute mentale da parte di Enti internazionali, quali l’Organizzazione mondiale della Sanità, l’Organizzazione internazionale del lavoro e la stessa Agenzia europea per la salute e la sicurezza. Attenzione ai rischi psicosociali che gli stessi Istituti e specifiche Indagine, condotte a livello europeo, motivano con l’ingresso (in tempi sorprendentemente rapidi) nel mondo del lavoro (ma non solo) delle Information Communication Technology. Ovvero dell’avanzare fulmineo dell’era digitale. E ora l’Agenzia di Bilbao lancia per i prossimi tre anni una campagna sul tema, con riferimento alla salute e sicurezza sul lavoro.
Sappiamo bene come gli aspetti organizzativi del lavoro incidano da sempre sulla salute e sicurezza degli addetti, e insieme ad essi i rapporti di lavoro, ma i cambiamenti indotti dalle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione vanno ben al di là delle semplici modifiche di carattere tecnico-organizzativo (nuove macchine e attrezzature o modifiche del ciclo produttivo), come la stessa definizione potrebbe far credere. Si tratta in realtà di cambiamenti davvero epocali (per lo più già in atto) nei rapporti di lavoro e nelle modalità di lavoro, in primo luogo con la caduta delle coordinate spazio-temporali, (che sono state fino ad oggi quadro di riferimento) con pesanti implicazioni di carattere sociale in termini di perdita di posti di lavoro, difficoltà a operare unitariamente da parte degli addetti su obbiettivi rivendicativi comuni, commistione tra vita personale e vita lavorativa.
Cambiamenti che un intenso lavoro di confronto tra istituzioni nazionali/comunitarie e parti sociali avrebbe dovuto precedere, valutando l’opportunità, o quanto meno tempi e modi, di introduzione nel mondo del lavoro delle Ict.
La Campagna dell’Agenzia quindi non fa che confermare quanto già avvenuto nel mondo del lavoro, rappresenta in realtà una sorta di rafforzamento del fatto che l’era digitale avanza e va accettata così come il mercato impone, mentre alle istituzioni e alle parti sociale resta un ruolo subalterno di valutazione delle conseguenze, cercando di ridurre se e dove possibile rischi e danni per i lavoratori.
Tutto questo è ampiamente confermato dall’esame dei documenti elaborati dall’Agenzia in occasione della Campagna, in particolare colpiscono alcuni contenuti dell’opuscolo divulgativo dal titolo Digitalizzazione e salute e sicurezza sul lavoro che apre con una premessa dal tenore tranquillizzante:
La digitalizzazione comporterà sfide nuove ed emergenti in materia di SSL, ma anche opportunità. Privilegiare queste ultime dipenderà dal modo in cui la tecnologia verrà attuata, gestita e regolamentata.
Ma inevitabilmente, allorché affronta gli elementi di criticità connessi alla digitalizzazione, offre scenari davvero preoccupanti per il futuro del mondo del lavoro. Ne riportiamo di seguito alcuni passi.
“I robot stanno diventando mobili, intelligenti e collaborativi. Le macchine intelligenti stanno acquisendo una vasta gamma di compiti non solo manuali, ma anche cognitivi che in precedenza erano svolti da persone. I lavoratori sono sempre più controllati da tecnologie e algoritmi di monitoraggio, al punto che, in futuro, potrebbero essere gestiti da macchine intelligenti. L’economia globalmente interconnessa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 richiede un’organizzazione del lavoro sempre più flessibile e ha dato origine a nuove forme di lavoro, come quello su piattaforma online. In tale contesto, meritano particolare attenzione i fattori di rischio psicosociali e organizzativi…”.
“I progressi delle tecnologie digitali stanno plasmando inevitabilmente il nostro futuro. Dai robot sempre più sofisticati che sostituiscono i lavoratori nelle mansioni a contatto con la clientela, alle tecnologie di produzione additiva (stampa 3D) che fabbricano organi umani, le innovazioni nella digitalizzazione dispongono di un vasto potenziale per soddisfare l’aumento della domanda e incrementare la produttività. Tuttavia, in molti casi l’aumento dei livelli di automazione e il costante monitoraggio dei dipendenti per mezzo delle tecnologie digitali ridurrà il contatto personale e intensificherà la pressione basata sulle prestazioni, con effetti potenzialmente nocivi sulla salute mentale dei lavoratori.”
“… il numero crescente di robot mobili e intelligenti negli ambienti lavorativi può aumentare il rischio di incidenti, poiché il contatto diretto con i robot o le apparecchiature utilizzate da questi ultimi potrebbero causare lesioni. Malgrado gli sforzi compiuti per tenere conto di tutti gli scenari possibili nella progettazione, i robot intelligenti possono comportarsi in modo imprevisto, poiché apprendono costantemente. I lavoratori che devono adeguarsi al ritmo e al livello di lavoro di un cobot intelligente potrebbero trovarsi pesantemente sotto pressione, con possibili effetti negativi per la loro sicurezza e la loro salute, in particolare quella mentale. Inoltre, l’aumento del lavoro con i robot ridurrà sensibilmente il contatto con i colleghi umani e il sostegno sociale, comportando altre conseguenze nocive per la salute mentale dei lavoratori.”
“Big data, intelligenza artificiale e algoritmi. Si ricorre in misura crescente a tecnologie di monitoraggio digitali mobili, indossabili o integrate (negli indumenti o nel corpo) per monitorare i lavoratori in tempo reale. Il lavoro è sempre più supervisionato e coordinato da algoritmi e dall’intelligenza artificiale basata sui big data, in grado di registrare dati sulla produttività dei lavoratori, sulla loro esatta posizione, sui segni vitali, sugli indicatori di stress, sulle espressioni microfacciali e persino sull’analisi del tono e dei sentimenti. Attualmente circa il 40% dei dipartimenti delle risorse umane nelle aziende internazionali utilizza applicazioni di intelligenza artificiale e il 70% ritiene che questa costituisca un’alta priorità per l’organizzazione. Secondo un’indagine condotta da alti dirigenti di alcuni settori e industrie in tutto il mondo, più di sette persone su dieci pensano che nel prossimo decennio sarà normale utilizzare l’intelligenza artificiale per valutare le prestazioni dei lavoratori e premiarle, ma quattro persone su cinque non si sentirebbero a loro agio se fossero gestite da una macchina intelligente.”
“La supervisione pervasiva consentita dalle tecnologie digitali di monitoraggio basate sull’intelligenza artificiale può avere un impatto negativo soprattutto sulla salute mentale dei lavoratori, che potrebbero avere l’impressione di perdere il controllo sul contenuto, sul ritmo, sulla pianificazione del lavoro e sul modo in cui lo svolgono, di essere incapaci di interagire in situazioni sociali o di fare una pausa quando vogliono, oltre a ritenere che la loro privacy venga violata. L’utilizzo dei dati, ad esempio per premiare, penalizzare o addirittura escludere i lavoratori, potrebbe causare un senso di insicurezza e di stress.”
L’Agenzia europea, a supporto della Campagna, sta conducendo un progetto di ricerca dal titolo “Panoramica sulla SSL” (2020-2023), da cui si deduce facilmente come la digitalizzazione sia già ampiamente diffusa e applicata. Sorge spontanea una domanda: ma cosa ne è stato del principio di precauzione?
Cinque le aree in cui viene articolata la ricerca: di seguito le motivazioni dell’Agenzia per la conduzione delle indagini tematiche.
Robotica avanzata e intelligenza artificiale
La ricerca in quest’area intende identificare e discutere le opportunità, le sfide e i rischi associati all’uso della robotica avanzata e di sistemi basati sull’intelligenza artificiale per l’automazione di compiti, sia fisici che cognitivi, evidenziando una serie di problemi aggiuntivi tra cui l’interazione uomo-macchina .
Gestione dei lavoratori tramite l’intelligenza artificiale.
La ricerca in questo settore intende identificare e discutere delle opportunità offerte da questi nuovi sistemi per la gestione basata sull’intelligenza artificiale, in quanto possono supportare le decisioni volte a migliorare la Ssl sul posto di lavoro quando sono costruiti e implementati in modo trasparente e i lavoratori sono informati e consultati.
La ricerca si pone l’obiettivo di mappare e discutere anche delle sfide e dei rischi legali, normativi, etici e della privacy, nonché le preoccupazioni per la Ssl, in particolare in termini di fattori di rischio psicosociali a cui danno origine anche queste nuove forme di monitoraggio e gestione dei lavoratori.
Lavoro su piattaforma digitale
I progetti di ricerca nell’area del lavoro delle piattaforme mirano a:
- analizzare e discutere opportunità, sfide e rischi del lavoro in piattaforma
- elaborare la mappatura dei tipi di lavoro connessi alla piattaforma e dei relativi rischi e opportunità
- identificare esempi di politiche per prevenire i rischi in materia di Ssl per i lavoratori delle piattaforme
- sostenere lo sviluppo di strumenti pratici per la prevenzione della Ssl.
Sistemi digitali intelligenti
In questo campo si valutano le implicazioni connesse all’uso dei sistemi digitali di monitoraggio, il loro ambito di utilizzo (ad esempio il supporto per analizzare le conformità in materia di Ssl o la formazione efficace) e le sfide e le opportunità in materia di Ssl associate alla loro implementazione e progettazione. Viene inoltre fornita una panoramica delle risorse da utilizzare sul posto di lavoro (ad esempio, codici di condotta, politiche aziendali, raccomandazioni, linee guida, protocolli e formazione).
L’indagine consiste in uno studio a tavolino, interviste e studi sul campo. Nel 2023 verrà organizzato un seminario di alto livello per consolidare i risultati.
Lavoro a distanza
Numerosi progetti in questo settore, che si basano anche su precedenti ricerche Eu-Osha, mappano le opportunità, le sfide e i rischi del lavoro a distanza e mirano a sensibilizzare i lavoratori, i datori di lavoro e altre parti interessate.