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L’esposizione alle onde elettromagnetiche in 8 domande (e risposte)

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fonte: ANSES.FR
traduzione di Yann Maurelli


Ogni giorno siamo esposti ai campi e alle onde elettromagnetiche, che provengano dalla luce solare, dagli esami radiologici, dalla vicinanza a cavi elettrici. Perfino mentre utilizziamo i nostri smartphone. Di cosa si tratta esattamente? Quali sono gli impatti principali delle onde elettromagnetiche sulla nostra salute? E su quella degli animali? Come è possibile limitare la nostra esposizione? L’ANSES, l’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro) risponde alle nostre domande con un articolo semplice ed esplicativo che racconta in 8 punti dove la ricerca si è finora spinta e quali sono i dati sicuri.

1.    A quali onde siamo esposti?

Un antenna radio o satellitare o un telefono cellulare in funzione creano dei campi elettromagnetici che si propagano nell’ambiente sotto forma di onde. Esistono ugualmente dei campi elettromagnetici d’origine naturale, come il campo magnetico terrestre o i campi creati dai fulmini. I raggi ultravioletti e lo spettro luminoso visibile del sole fanno parte delle onde elettromagnetiche naturali.

Le onde trasportano energia e possono servire a supportare la trasmissione di dati, ragione per la quale sono utilizzate nel mondo delle radiocomunicazioni. Le onde ed i campi elettromagnetici sono caratterizzati per la loro frequenza: cioè il numero di oscillazioni del campo in un secondo. Questa frequenza si esprime in Hertz.
L’Agenzia individua tre tipi di campi elettromagnetici:

  • i principali campi elettromagnetici creati dalle attività umane sono i campi compresi tra 0 e 10 kHz circa, detti statici o a bassa frequenza, come le linee di trasmissione di energia elettrica ad alta tensione, i cavi elettrici per la distribuzione elettrica e tutti gli elettrodomestici. Qualsiasi apparecchio alimentato elettricamente emette un campo elettrico quando è collegato e un campo magnetico quando è in funzione;
  • i campi elettromagnetici a radiofrequenza (da circa 10 kHz a 300 GHz) che vengono utilizzati, ad esempio, per la trasmissione di dati come quelli dei trasmettitori televisivi, radiofonici o dei telefoni cellulari e  quelli dei trasmettitori Wi-Fi
  • infine, i campi elettromagnetici sono ampiamente utilizzati anche nell’industria e nel settore medico: radar aeronautici, marittimi, automobilistici, risonanza magnetica (MRI), applicazioni terapeutiche, saldatura a resistenza, forni a induzione.
2.    Quali sono gli effetti delle onde elettromagnetiche sul corpo umano?

L’esposizione a campi elettromagnetici ad alta intensità e bassa frequenza, come quelli emessi da alcune macchine industriali, può portare alla stimolazione dei tessuti nervosi del corpo umano, in particolare della retina.

Nel campo delle radiofrequenze, l’esposizione ad alti livelli di onde elettromagnetiche può causare il riscaldamento dei tessuti biologici (pelle, ma anche tessuti interni del corpo): questo si chiama effetto termico. I valori limite di esposizione attualmente in vigore in Francia garantiscono tuttavia che tali livelli di onde radio non vengano mai raggiunti negli spazi pubblici e nelle normali condizioni di utilizzo dei dispositivi emittenti.

Alcuni studi sperimentali dimostrano che effetti biologici possono verificarsi anche durante l’esposizione a livelli di campi elettromagnetici inferiori a quelli che provocano una stimolazione nervosa indotta dalle basse frequenze, o un aumento significativo della temperatura dei tessuti riconducibili alle radiofrequenze. Questi effetti provocano cambiamenti temporanei nel funzionamento di determinate cellule o organi. Tali cambiamenti biologici, tuttavia, sono costantemente osservati anche come parte del normale funzionamento del corpo. Inoltre, l’esposizione alle onde emesse da un telefono cellulare è stata associata a un cambiamento dell’attività elettrica cerebrale. Tuttavia, non è stato dimostrato che questi effetti abbiano un impatto sulla salute.

Infine, l’esposizione simultanea delle popolazioni a più sorgenti di campi elettromagnetici solleva la questione dei possibili effetti che potrebbero essere associati a questa esposizione multipla.

Data questa complessità, solo un approccio multidisciplinare può essere in grado di affrontare le sfide poste dalle attuali significative innovazioni tecnologiche alla modalità con cui viene attuata la valutazione dei rischi per la salute. I gruppi di lavoro istituiti dall’ANSES per valutare questi rischi riuniscono quindi biologi, epidemiologi, fisici, valutatori del rischio, ricercatori specializzati nel campo delle interazioni tra campi elettromagnetici e corpo umano, che insieme contribuiscono ad affrontare le sfide del momento.

Quale è il ruolo dell’ANSES?
L’ANSES valuta gli eventuali effetti dei campi elettromagnetici sulla salute nel tentativo di fornire informazioni chiare ed affidabili sul tema. L’agenzia ha in particolare espresso il suo parere sugli effetti del 5g sulla salute, delle linee di alta tensione, degli scanner corporei e dei led a luce blu.

3. Le onde legate alla telefonia mobile sono pericolose per la salute?

Allo stato attuale, il risultati delle ricerche presi in esame dall’Agenzia non dimostrano un nesso causale tra l’esposizione alle onde emesse dagli strumenti di comunicazione mobili e gli effetti sulla salute. Alcune pubblicazioni citano tuttavia un possibile aumento del rischio a lungo termine (tumori cerebrali), per gli utilizzatori intensivi di telefoni cellulari, motivo per cui la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato il campo elettromagnetico ad alta frequenza come “possibile cancerogeno”. Inoltre, le ultime perizie dell’ANSES hanno rilevato, con limitati livelli di evidenza, diversi effetti biologici nell’uomo o negli animali esposti, alcuni dei quali erano già stati segnalati in una precedente perizia pubblicata nel 2009. Gli effetti di queste esposizioni possono riguardare: il sonno, la fertilità maschile negli animali o addirittura la performance cognitiva.

Il SAR: un indice chiave per limitare la tua esposizione

Parte dell’energia trasportata dalle onde elettromagnetiche che interagiscono con il corpo umano viene riflessa verso l’esterno, l’altra viene assorbita. Per quantificare questo effetto, la misura di riferimento è quella del tasso di assorbimento specifico (SAR), per tutte le onde comprese tra 100 kHz e 6 GHz. Il SAR è espresso in Watt per chilogrammo (W/kg).
Per limitare la sua esposizione alle onde, si consiglia di favorire l’acquisizione di telefoni cellulari con SAR più basso.

4. Linee ad alta tensione: in quali rischi per la salute possiamo incorrere?

Le persone sono esposte a molteplici fonti di campi elettromagnetici a bassa frequenza, sia in ambiente esterno tramite linee elettriche, trasformatori, mezzi di trasporto, sia in ambiente interno tramite elettrodomestici. I campi magnetici più elevati si riscontrano all’interno delle abitazioni: sono prodotti dagli elettrodomestici, ma l’esposizione a questi apparecchi è generalmente molto breve e localizzata. I valori più elevati di campo elettromagnetico in ambiente esterno sono misurati in particolare sotto linee elettriche ad altissima tensione e nelle immediate vicinanze dei locali di trasformatori o cabine elettriche. Alcune attività industriali possono anche generare un’esposizione molto più elevata ai campi magnetici a bassa frequenza.

ANSES non ha dimostrato un nesso causale tra l’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza nell’ambiente quotidiano e gli effetti sulla salute. Rimangono tuttavia aperti interrogativi su un possibile effetto a lungo termine dell’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza (come quelli delle linee di trasmissione elettrica ad altissima tensione) relativamente all’insorgenza di leucemie infantili o addirittura di malattie neurodegenerative.

5. Cos’è l’elettroipersensibilità?

La ricerca scientifica riporta da diversi decenni casi di persone che dichiarano di soffrire di vari sintomi che attribuiscono alla loro esposizione a campi elettromagnetici emessi da elettrodomestici, impianti elettrici o anche tecnologie mobili. Questo status è chiamato elettroipersensibilità (EHS).

Le attuali conoscenze scientifiche non mostrano un nesso causale tra i sintomi sofferti da persone che si dichiarano EHS e la loro esposizione alle onde elettromagnetiche. Tuttavia, l’Agenzia ha evidenziato durante un’apposita perizia che il dolore e la sofferenza (mal di testa, disturbi del sonno, problemi di attenzione e memoria, isolamento sociale, ecc.), manifestati dalle persone che si dichiarano EHS, corrispondono a un vissuto reale. Questi continui fastidi portano i soggetti che si dichiarano EHS ad adattare la loro quotidianità in funzione dei disturbi che provano. L’Agenzia raccomanda di continuare il lavoro di ricerca, in particolare sviluppando studi le cui condizioni sperimentali tengano conto delle condizioni di vita delle persone che si dichiarano EHS.

6. Ci sono rischi per gli animali di allevamento?

La relazione degli esperti dell’Agenzia, pubblicata nel 2015 sulle conseguenze dell’esposizione a campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa sulla salute degli animali da allevamento, sottolinea che rimane ancora difficile trovare certezze su questo argomento.

Nel 2021 l’Agenzia ha inoltre emesso un parere sui disturbi riscontrati in due allevamenti situati in prossimità di un parco eolico, impianto connesso alla rete elettrica, che rientra tra le sorgenti artificiali di campi elettromagnetici. Conclude che i problemi riscontrati – diminuzione della produzione e della qualità del latte, problemi comportamentali, aumento della mortalità – molto probabilmente non erano legati alla presenza di turbine eoliche.

7. Come avviene la gestione delle onde elettromagnetiche?

In Francia, come nella maggior parte dei paesi europei, i valori limite normativi per l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici sono stati fissati in conformità con le raccomandazioni dell’Unione Europea nel 1999 (Raccomandazione 1999/519/CE). Questi valori limite mirano a proteggere le persone e l’ambiente dagli effetti nocivi dei campi elettromagnetici.

L’esposizione del pubblico alle onde a radiofrequenza emesse dalle apparecchiature utilizzate nelle reti di telecomunicazione o dagli impianti radioelettrici è pertanto specificatamente regolamentata (Decreto n. 2002-775 del 3 maggio 2002). L’esposizione è monitorata dall’ANFR, l’Agenzia Nazionale delle Frequenze. I controlli effettuati ogni anno dimostrano che l’esposizione ambientale alle onde radio è ampiamente al di sotto dei valori limite normativi. Delle 4.700 misurazioni effettuate nel 2020, quasi l’80% di esse ha attestato un’esposizione inferiore a 1 volt per metro (V/m) mentre i valori limite normativi sono compresi tra 28 e 87 V/m secondo le frequenze. Tutte queste misure sono rese pubbliche.

L’ANFR effettua anche numerosi controlli sul SAR dei telefoni cellulari e, in caso di superamento dei valori limite, è obbligata a proporre revisioni degli strurmenti o addirittura il ritiro dal mercato.

Per quanto riguarda l’esposizione alle basse frequenze è stato predisposto un sistema di monitoraggio e controllo dei campi elettromagnetici emessi dalle reti pubbliche di trasmissione dell’energia elettrica. I dati raccolti in questo contesto sono pubblicati su questo sito.

Come faccio a sapere se sono esposto alle onde elettromagnetiche?

In Francia il monitoraggio dei tassi di esposizione ad onde elettromagnetiche è gestito dall’ANFR, che compie delle misurazioni gratuite sotto richiesta dello stato, degli enti locali e delle associazioni abilitate, per misurare gratuitamente il livello di esposizione alle onde generate da un antenna ripetitrice o da un’attrezzatura comunicante. Queste misurazioni vengono poi inviate all’ANSES, che ne valuta i rischi per la salute. In Italia si può inviare tale richiesta al Comune, che attiverà a sua volta l’ARPAE per controllare il valore delle esposizioni elettromagnetiche di un area o di un dispositivo.

8. Come limitare l’esposizione alle onde?

Per limitare l’esposizione alle onde emesse dai telefoni cellulari (frequenze radio) per quanto riguarda gli adulti utilizzatori intensivi di telefonia mobile si consiglia l’utilizzo del vivavoce e più in generale, per tutti gli utenti, di effettuare chiamate in buone condizioni di ricezione, privilegiando l’acquisizione di telefoni con un SAR minore. Per i bambini invece sarebbe preferibile avere un uso moderato (o forse un non uso!? ndr)  del cellulare, e in particolare favorire l’uso del vivavoce. I bambini infatti possono essere maggiormente esposti rispetto agli adulti per le loro specificità morfologiche e anatomiche, ed in particolare per le loro piccole dimensioni, oltre che per le caratteristiche di alcuni loro tessuti biologici.

L’agenzia rende chiaro che per limitare l’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici è necessaria una progettazione degli ambienti di lavoro che prenda in considerazione quali macchine sono fonti di onde elettromagnetiche e quali professionisti vi sono esposti con l’obbiettivo di ridurre al minimo per ciascun lavoratore l’esposizione, in particolare per  coloro che sono più vulnerabili agli effetti di questi campi per esempio le donne incinte. L’Agenzia raccomanda inoltre una progettazione che distanzi gli spazi ricreativi e i locali dove si trovano i macchinari, e allo stesso tempo una distanza sufficiente tra le varie macchine che emettono onde elettromagnetiche.

Gli argomenti trattati nell’articolo dell’Agenzia francese sono oggi di estrema attualità considerando  il vorticoso processo di  digitalizzazione introdotto sia nel mondo del lavoro che negli stili di vita.

Altrettanto importante è l’impegno dell’Agenzia nel proseguire ricerche e analisi sui rischi connessi all’esposizione a campi elettromagnetici, in particolare per quanto riguarda gli effetti a lungo termine dovuti a prolungate e multiple esposizioni.

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