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Cadute in piano: la valutazione del rischio

Valutare il rischio di caduta in piano Inail

Andamento degli eventi infortunistici
Europa

Le cadute in piano determinano il maggior numero di infortuni in tutti i settori lavorativi.
Sono la causa del maggior numero di assenze dal lavoro superiori ai tre giorni in particolare nelle Pmi.


Italia

Con andamento analogo nel nostro paese le cadute in piano rappresentano la terza causa di incidente con riferimento a tutti i settori produttivi.
Costituiscono il  15%  del totale degli infortuni di cui si conoscono le cause.
Possono comportare assenze dal lavoro anche di 38 giorni: durata media inferiore solo alle cadute dall’alto e agli infortuni per impiglio/aggancio.

Fonte: Agenzia europea. “Lo stato della sicurezza e della salute sul lavoro nell’Unione europea”, Studio pilota del 2000 dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.  

I costi
  • Perdita di 2 milioni di giornate lavorative
  • Una delle prime cause di assenza dal lavoro
  • Gli indennizzi corrisposti a seguito di cadute in piano ammontano a oltre 90 milioni di euro (costi diretti) e rappresentano una delle prime voci di spesa dell’Inail
    [fonte: http://bancadaticsa.inail.it/bancadaticsa/login.asp]
  • Si calcola che i costi totali diretti e indiretti degli infortuni da cadute in piano siano di circa 370 milioni l’anno.
  • Una riduzione del solo 10% produrrebbe un risparmio di 9 milioni.

Il tema della valutazione del rischio delle  “Cadute in piano” è stato affrontato  da un recente studio  e dalla relativa pubblicazione realizzati nell’ambito del Progetto scientifico RAS, Ricercare e applicare la sicurezza: un progetto Inail Campania  – Università Federico II che ha come obiettivo la divulgazione di  studi e ricerche scientifiche. Il progetto prevede la realizzazione di sei ulteriori studi sui temi dell’ergonomia negli ambienti di lavoro e la pubblicazione dei risultati.

Iniziativa lodevole, quella della divulgazione dei risultati della ricerca,  che dovrebbe essere costantemente praticata, in particolare nel campo della prevenzione dei rischi in ambiente di lavoro, considerando la interdisciplinarietà e la pervasività dei temi che compongono il quadro delle conoscenze di riferimento.

Il progetto Ras, Ricercare e applicare la sicurezza

Studi e  pubblicazioni:

  • Cadute in piano
  • Rischio architettonico negli ambienti di lavoro
  • Rischio ergonomico nella grande distribuzione
  • Rischio ergonomico nel lavoro d’ufficio
  • Rischio ergonomico nella produzione agricola
  • Rischio ergonomico nell’industria alimentare

Il programma di ricerca è condotto dal Laboratorio di ergonomia applicata e sperimentale del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la Contarp (Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione) regionale Campania Inail.

Il rischio di caduta in piano è un rischio normato (D.Lgs. 81/2008 Allegato IV  paragrafi 1.3.2. e segg.), in merito al quale il datore di lavoro ha l’obbligo di valutazione, obbligo che andrebbe considerato per tutti gli ambienti di lavoro incluso il terziario in cui viene, secondo i ricercatori, sottovalutato. Il problema d’altronde non si riduce alla caratteristiche del pavimento più o meno sdrucciolevole e all’utilizzo di scarpe idonee (Dpi).

… gli infortuni provocati da scivolamento o inciampo sulla superficie di calpestio vengono generalmente ricondotti anche dalla letteratura e dalla normativa tecnica-edilizia al valore della resistenza allo scivolamento delle pavimentazioni. In effetti, la caduta sullo stesso livello è  prevalentemente riconducibile ad una inadeguata interazione tra la superficie della suola della scarpa e la superficie del pavimento ed è fortemente condizionata, dalla resistenza allo scivolamento della superficie di calpestio.
[…] Maggiore e il coefficiente di attrito che caratterizza la superficie del rivestimento della pavimentazione, minore e la sua scivolosità.
Ma analogamente, maggiore e il coefficiente di attrito, maggiore e anche la possibilità di inciampo. Il coefficiente di attrito, cosi come definito, non e un valore assoluto, ma e un valore che dipende dalle caratteristiche dei due corpi che vengono a contatto durante lo spostamento e alle caratteristiche e condizioni in cui tale contatto avviene.
L’attrito è, quindi, determinato da un fenomeno di interazione tra entità diverse, scarpa e pavimento, ed il suo valore risulta condizionato da fattori oggettivi (tecnici, ambientali e funzionali-spaziali) e soggettivi  umani/comportamentali).

La valutazione del rischio da caduta in piano ha quindi caratteristiche multifattoriali e bisognerà tenere conto di “fattori eterogenei” sia di carattere oggettivo che soggettivo. Particolarmente interessanti le osservazioni, sviluppate nel capitolo “Conclusioni dall’analisi della letteratura tecnica e scientifica” relativamente ai  diversi fattori personali che caratterizzano la deambulazione, in cui si evidenzia come:

nel camminare, le persone associno all’articolazione biomeccanica e cinematica dei passi, anche l’esplorazione sensoriale degli spazi che percorrono e dei loro elementi tecnici, attraverso la vista, il tatto, l’olfatto e l’udito. In altri termini, gli individui quando camminano non solo calpestano con la suola della scarpa il pavimento, ma lo “percepiscono” e lo guardano, al fine di comprendere, attraverso i sensi principali, una completezza delle informazioni circa le sue caratteristiche tecniche, ambientali e funzionali-spaziali. E in tal senso che gli utenti stabiliscono con la pavimentazione, e in particolare con la superficie del rivestimento, un’interazione di tipo fisico-percettiva, utile come supporto conoscitivo delle caratteristiche dell’ambiente e delle sue parti, che incide sull’atteggiamento fisico ed emozionale che le persone assumono nel calpestare una superficie.

Quindi la valutazione del rischio, lo ripetiamo, è a carattere multifattoriale e  deve saper cogliere proprio quella relazione  fra le componenti oggettive tecniche ambientali,  funzionali  spaziali e le variabili soggettive connesse alle caratteristiche psico-fisiche e comportamentali delle persone.

Fattori da considerare nella valutazione dei rischi

Fattori tecnici connessi alle caratteristiche delle pavimentazioni

Fattori tecnici connessi alle caratteristiche dell’ambiente di lavoro (quali ad esempio temperatura, umidita e pioggia, lavoro in interno o all’esterno, esposizione ad agenti contaminanti, macchianti, o alteranti in genere, cicli irregolari di pulizia ordinaria e straordinaria, ecc.)

Elementi tecnici e arredi dello spazio architettonico

Fattori umani (quali le abilità fisiche in generale, in termini di abilità motoria, forza muscolare, capacita di equilibrio, funzionalità articolare, resistenza agli sforzi; le abilita percettivo-sensoriali, quali vista, udito, tatto; le abilita psico-cognitive, come la capacita di attenzione, di  memoria e ragionamento, la capacita di orientamento, nonché i possibili usi impropri degli spazi da parte degli utilizzatori, come il mancato rispetto di regole sull’abbigliamento, il consumo di cibi in luoghi non destinati a tale funzione).

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