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Seconda indagine nazionale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

rapporto insula 2

L’Inail ha pubblicato nel marzo scorso il Report della seconda Indagine nazionale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (Insula 2). L’indagine condotta dal Dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro ed ambientale (Dimeila) dell’Istituto

si pone come obiettivo principale di monitorare la qualità delle condizioni di lavoro al fine di evidenziare gli aspetti chiave per una gestione efficace della salute e sicurezza nelle aziende italiane e promuovere il benessere dei lavoratori.

In coerenza con studi europei e nazionali, l’Indagine nazionale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (Insula) nasce nel 2014 e si pone l’obiettivo di realizzare una rilevazione delle

percezioni delle condizioni di salute e sicurezza in ambiente di lavoro da parte delle figure della prevenzione.

Insula 1 (2014)
  • L’indagine è stata condotta su lavoratori e datori di lavoro, con il coinvolgimento dei responsabili del servizio prevenzione e protezione.
  • Ha realizzato tre focus progettuali dedicati alle altre figure della prevenzione, quali medici competenti, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro delle Asl (SPSAL).
  • Il campione complessivo è stato di 12.000 intervistati.
Insula 2 (2019)
  • Nel 2019 è stata progettata e successivamente realizzata la seconda edizione dell’indagine (Insula2).
  • L’attenzione è stata in particolare rivolta ai lavoratori e ai datori di lavoro.
  • Sono stati realizzati due focus specifici dedicati a RLS e SPSAL.
  • Si è indagato relativamente al benessere lavorativo, ai rischi emergenti e ai livelli di consapevolezza della normativa vigente, (a poco più di dieci anni dall’emanazione del Testo Unico).
  • Sono stati utilizzati ulteriori indicatori che tengono conto dei cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro e che hanno ricadute sulla salute e sicurezza quali: il bilanciamento casa-lavoro, l’insicurezza lavorativa, il lavoro agile e lo sviluppo tecnologico.
Indagine sui lavoratori: alcuni degli elementi emersi

Il campione è costituito da 8.000 lavoratori rappresentativi dell’intera realtà nazionale, (prevalentemente individui di genere maschile (55,4%), di età compresa tra 35 e 44 (27,9%) e 45 e 54 anni (29,5%), provenienti dal Nord Italia (53,8%), di nazionalità italiana (97,4%), coniugati (63,0%), in possesso di diploma di scuola media superiore (51,7%). prevalentemente operaio (46,4%) e impiegato (42,6%), operante nel settore privato (75,3%), in particolare nel settore dell’industria (24,7%), il 69,7% con contratto a tempo indeterminato con assunzione prima del 7 marzo 2015).

L’86,2% degli intervistati dichiara di essere a conoscenza dell’esistenza della normativa riguardante la tutela della SSL in Italia e, tra questi, l’87,7% ritiene che sia applicata in maniera abbastanza, molto o completamente efficace. ( In Insula 1 tale percentuale era del 70%).

La partecipazione a corsi di formazione si attesta complessivamente al 65,6%, ed è meno frequente nei lavoratori più giovani, operanti nelle micro-aziende e provenienti dal Sud e Isole. Il 63,9% di chi ha partecipato a corsi di formazione li considera molto e completamente adeguati (in Insula 1 tale percentuale si attestava intorno al 50%).

Quasi la metà dei lavoratori dichiara di ricevere dalla propria azienda materiale informativo relativo alla salute e sicurezza sul lavoro. Il 21,7% del campione totale dichiara di informarsi anche autonomamente, tra gli strumenti adoperati per informarsi autonomamente, Internet si riconferma come il mezzo più utilizzato (51,8%).

Rispetto alla conoscenza delle figure della prevenzione presenti in azienda, si rileva che il 58,2% sa dell’esistenza del servizio di prevenzione e protezione, il 43,4% afferma che è prevista la figura del MC nella propria azienda, e il 53,8% afferma che è prevista la figura del RLS. Per coloro che hanno risposto positivamente, in relazione a tutte e tre le figure, la gran parte dei rispondenti è in grado di identificarle.

Per quanto riguarda la percezione del rischio, la maggior parte dei rispondenti percepisce poco o per niente la presenza di rischi per la salute e la sicurezza nella propria azienda, si sente poco o per niente esposta a rischi per la SSL, ha poca o per niente paura di ammalarsi o di infortunarsi a causa del proprio lavoro. Inoltre, più della metà del campione ha dichiarato di essere completamente o molto d’accordo sul fatto di conoscere l’entità dei rischi presenti nella propria azienda ( i dati non si discostano da quelli di Insula 1).

Per quanto riguarda l’esposizione ai fattori di rischio, confermando i risultati di Insula 1, il rischio stress lavoro-correlato e altri rischi psicosociali risultano quelli a cui i lavoratori si sentono maggiormente esposti. Seguono, con valori simili, il rischio biomeccanico ed ergonomico, il rischio da lavoro al videoterminale, i rischi fisici. Mentre il rischio biologico, quello da interferenze e il rischio chimico sono quelli a cui i lavoratori intervistati si sentono meno esposti.

Tra i fattori psicosociali maggiormente percepiti come rischi relativi all’attività lavorativa sono emersi, in particolare, la bassa autonomia decisionale, gli sforzi richiesti, la mancanza di supporto da parte di capi e/o colleghi e gli scarsi riconoscimenti per il proprio lavoro.

Meno dell’11% degli intervistati ha dichiarato che lo smart working (lavoro agile) è stato implementato nella propria azienda (forse la situazione attuale potrebbe essere diversa!).

Per il 41% circa dei lavoratori intervistati, nei 5 anni precedenti l’indagine sono stati introdotti aggiornamenti tecnologici che hanno comportato cambiamenti significativi per lo svolgimento del proprio lavoro e quasi la totalità di essi ha ricevuto formazione specifica.

Rispetto alla percezione dell’insicurezza relativa al posto di lavoro è emerso che circa il 19% del campione si dichiara molto o completamente d’accordo con l’affermazione che descrive il proprio lavoro come insicuro (dal punto di vista del rapporto dilavoro). Mentre per oltre il 60% del campione sarebbe difficile trovare un lavoro e una retribuzione simile in caso di perdita di quello attuale.

Più della metà del campione attuale ha dichiarato di godere di un buono o molto buono stato di salute generale. Seppur con percentuali contenute, si riscontrano condizioni significativamente peggiori nei lavoratori di età superiore ai 45 anni (confermando i dati di Insula1).

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