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Occhio alla logistica: un settore in evoluzione di cui conoscere meglio i rischi

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Il valore del settore logistico e del trasporto merci italiano generato da quasi 100.000 imprese supera i 110 miliardi di Euro, in continua crescita grazie anche al vertiginoso sviluppo dell’e-commerce. Crescita di fatturato e crescita di posti di lavoro.
L’occupazione complessiva di tutto il comparto, indotto compreso, oscilla tra le 800.000 e 1.000.000 di unità.
Il dimensionamento aziendale è molto eterogeneo: alla presenza di grossi gruppi multinazionali si accompagnano realtà imprenditoriali di dimensioni medie e piccole. Le cooperative svolgono un ruolo sinergico fondamentale per offrire la flessibilità necessaria a rispondere alle esigenze di una domanda non standardizzabile.

Assologistica [1] – Audizione parlamentare – Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, 23 settembre 2021.

Rapporti di lavoro e condizioni di rischio

Le condizioni di rischio in questo settore sono spesso legate al fenomeno diffuso del ricorso alla esternalizzazione di determinate attività, tra cui in particolare la movimentazione merci, mediante l’appalto di servizi, di consorzi, cooperative e piccole imprese che operano negli stessi siti delle società che forniscono servizi di logistica: in questi contesti si possono sviluppare condizioni di lavoro in violazione della legislazione di merito, dei contratti e delle disposizioni relative alla tutela della salute e sicurezza. Vi è poi il rischio, secondo Assologistica, di coinvolgere nella illegalità anche le imprese sane a causa della concorrenza sleale per servizi offerti a prezzi troppo bassi, possibili proprio per le violazioni e le irregolarità praticate. Sempre secondo l’Associazione delle imprese del settore è in corso proprio per queste criticità, in alcune grandi aziende, il recupero a livello aziendale delle attività di movimentazione merci, mediante assunzione diretta dei lavoratori che le svolgono. Va ricordato inoltre che l’attuale testo del contratto nazionale del lavoro che “raccoglie tutti i soggetti della filiera” ha previsto con i successivi rinnovi “l’applicazione del Ccnl anche da parte dei fornitori dell’appalto ed infine, con l’ultimo rinnovo della parte normativa del contratto, le parti hanno pattuito il divieto di subappalto (salvo specifiche condizioni)”.

Il comparto della logistica [2] è stato ed è oggetto di particolare attenzione da parte della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. La Commissione ha dato un contributo interessante evidenziando le condizioni di rischio nel settore, anche mediante audizioni e sopralluoghi. Dei tre principali comparti che vengono individuati come componenti dei processi della logistica, corrieri, autisti e facchini, la Commissione affronta questi ultimi “in modo più esteso, poiché più utile alla comprensione del fenomeno dello sfruttamento lavorativo” considerandolo il “punctum dolens del sistema”: da poco più di venti anni il ricorso all’outsourcing per “i servizi logistici di manipolazione intermedia delle merci” è in forte crescita ed ha generato la “complessa catena di appalti e subforniture, la cui conseguenza principale è di scaricare i costi sugli attori più vulnerabili della filiera, ovvero le piccole cooperative ed imprese di facchinaggio”: imprese in considerevole cresciuta numerica che hanno ingenerato una concorrenza sempre più intensa nel comparto, anche concorrenza sleale, accompagnata da un peggioramento delle condizioni contrattuali.

Il Report della Commissione ricorda le lotte condotte, negli ultimi anni, in particolare nei distretti logistici e magazzini del Nord-est, dell’Emilia-Romagna e della Lombardia, da parte dei facchini (per lo più lavoratori migranti) ed è merito di queste lotte il fatto che siano emerse le criticità della catena degli appalti “dovute alla presenza di cooperative spurie ed anche le irregolarità ed abusi subiti dai lavoratori”. La Commissione ritiene quindi che “il nuovo ‘caporalato’ nei magazzini, non risulta ancora documentato in modo rigoroso, ma si può affermare che nei suoi attributi di fondo sia simile a quanto riscontrato in agricoltura. Nel comparto esistono quindi fenomeni di severo sfruttamento lavorativo con controlli e ritmi serrati che ricalcano le condizioni di lavoro nelle catene di montaggio degli anni Sessanta. Appare quindi opportuno comprendere meglio in cosa consistono le cooperative e come queste sono diventate nel corso degli anni un terreno ‘fertile’ per illegalità, sfruttamento lavorativo e ‘caporalato’”.

Abbandoniamo queste argomentazioni, di estremo interesse per il rispetto e la coerenza del quadro normativo e contrattuale, per affrontare tematiche più attinenti alle condizioni di rischio, senza tuttavia mai dimenticare che proprio il sistema delle relazioni tra le imprese e dei rapporti di lavoro è fortemente determinante per le condizioni di lavoro (sicurezza e salute) in cui si trovano ad operare gli addetti del settore.

I rischi del settore analizzati mediante la lente di ingrandimento dei Piani mirati di prevenzione

La crescita negli ultimi decenni, in termini di attività, fatturato, addetti e nel contempo delle criticità del sistema logistica, ha richiamato l’attenzione degli operatori dei Servizi di prevenzione delle Asl che, considerando la complessità del comparto e la gravità dei rischi presenti, hanno individuato la modalità dei Piani mirati di prevenzione (Pmp) come la più efficace per raggiungere un numero elevato di imprese e per avviare con esse un dialogo possibile solo con la tipologia di intervento propria dei Pmp, in grado di coniugare prevenzione e vigilanza.

Diamo di seguito una sintesi delle fasi di attività di due Pmp realizzati negli ultimi anni in Lombardia e in Piemonte.

ATs Milano e Inail

Piano mirato di prevenzione per rischio da Mmc nel comparto delle aziende logistiche

  • Il Pmp è stato realizzato dall’Azienda di tutela della salute (Ats) della città metropolitana di Milano in collaborazione con Inail – Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale.
  • I dati disponibili dai flussi Inail indicano che nel periodo 2010 – 2016, in questo specifico settore, circa il 70% delle patologie denunciate sono di tipo muscolo-scheletrico da sovraccarico biomeccanico dorso lombare e degli arti superiori e inferiori.
  • Pertanto è stato programmato nel 2018 l’avvio di un Pmp specifico per la movimentazione manuale dei carichi nel settore della logistica.
  • Obiettivo elaborare misure di miglioramento per la salute e sicurezza dei lavoratori, individuando soluzioni organizzative, tecniche e procedurali che possano determinare ipotesi di buone prassi riconosciute e ufficializzate a livello nazionale.
  • 210 aziende sono state invitate al seminario di presentazione del piano per illustrare le fasi, la scheda di autovalutazione, il significato e gli obiettivi dell’intervento avviato.
  • Nel complesso i partecipanti al seminario sono stati 149 tra cui: 42 datori di lavoro, 61 RSPP, 16 RLS, 9 medici competenti, 21 consulenti.
  • Azioni e strumenti di assistenza alle imprese:
    – Redazione, acquisizione e analisi schede di autovalutazione presentate da imprese/cooperative appaltatrici ed eventuali subappaltatori.
    – Acquisizione e analisi dei Dvr aventi rischio da Mmc classificato ‘Accettabile’ nelle schede di autovalutazione.
    – Effettuazione dei sopralluoghi presso aziende non rispondenti alla scheda di autovalutazione, e sopralluoghi e audit in una piccola selezione di aziende che hanno risposto.
    – Classificazione delle schede di autovalutazione pervenute, secondo i criteri definiti nella stessa e che hanno prodotto la suddivisione delle aziende in tre fasce, in relazione alle dichiarate modalità di gestione del rischio specifico: Verde – Gialla – Rossa.
    Selezione di tre campioni di aziende, aventi le caratteristiche di cui al punto precedente e destinate a:
    a) audit per acquisizione ulteriori informazioni sulle modalità di gestione del rischio da MMC
    b) attività di vigilanza in azienda
    c) richiesta di integrazione documentale.
    – Predisposizione di check-list di lettura del Dvr per rischio specifico finalizzata a:
    a) omogeneizzare la lettura dei dati;
    b) fornire un riassunto dei punti salienti;
    c) fornire dei criteri per determinare l’attendibilità di un documento.
    – Sono state, quindi, create Linee guida sul rischio specifico a disposizione delle imprese e tutto il materiale di interesse è stato reso disponibile in una apposita pagina dedicata all’intervento, all’interno del sito web dell’Ats. Nella stessa pagina è stato possibile accedere direttamente alla scheda di autovalutazione compilabile online dalle aziende.
  • Sono stati inoltre distribuiti agli RLS 350 questionari sulla percezione dei rischi. Il questionario, dopo una sezione dedicata ai dati anagrafico-lavorativi dei partecipanti, è composto da una serie di domande su:
    – aspetti organizzativi
    – considerazioni sul lavoro e sui rischi
    – informazione, formazione e addestramento
    – aspetti di salute.
  • Produzione e raccolta di informazioni divulgabili.
  • Tra le soluzioni intraprese dalle aziende alcune hanno riguardato revisioni organizzative quali:
    – utilizzo del casellario intelligente su piano orizzontale per lo smistamento di pacchi di piccole/medie dimensioni;
    – predisposizione di procedure organizzative per la riduzione del carico movimentato da 15 a 10kg;
    – turnazione del personale addetto.
  • A livello strutturale è stata prevista una nuova progettazione di spazi e ambienti destinati alla Mmc. Infine, è stata incrementata l’adozione di ausilii meccanici (pantografi, carrelli porta fusti, rulliere, nastri trasportatori).
ASL TO5 – Servizio S.Pre.S.A.

Pmp “Igiene e sicurezza sul lavoro nel settore della logistica e movimentazione delle merci”

  • Obiettivo la riduzione dei rischi concernenti la sicurezza (ad esempio legati alla viabilità aziendale, alle attrezzature e all’organizzazione del lavoro) e la salute nel contesto specifico occupazionale (ad esempio il rischio biomeccanico, il rischio da microclima e quello dello stress)
  • Alle aziende coinvolte nel progetto, selezionate in relazione al tipo di attività svolta, è stato fornito un questionario di tipo semi-strutturato. Il questionario è stato suddiviso in sei sezioni:
    – dati generali dell’azienda
    – organizzazione e gestione della sicurezza
    – sicurezza sul lavoro
    – igiene del lavoro
    – informazione, formazione e addestramento
    – osservazioni finali delle aziende.
  • Nel progetto sono state coinvolte 104 aziende: l’analisi ha riguardato 59 aziende. L’attività di vigilanza ha coinvolto 30 aziende selezionate in parte tra quelle che non hanno fornito riscontro al questionario ed in parte tra quelle che hanno aderito attivamente al progetto.
  • Le anomalie riscontrate in sede ispettiva sono state raggruppate per affinità in categorie omogenee quali:
    Interferenza uomini/mezzi, vie di circolazione. Si tratta di anomalie riferibili essenzialmente all’organizzazione degli spazi, delle vie di circolazione ed alle procedure di carico e scarico automezzi, con presenza del rischio di investimento del personale a piedi.
    Uscite di sicurezza. Si tratta di anomalie riferibili essenzialmente alla fruibilità delle uscite di sicurezza oltre che alla segnaletica di sicurezza delle stesse.
    Prevenzione incendi. Le anomalie riscontrate riguardano generalmente la verifica periodica dei presidi antincendio e la loro effettiva fruibilità.
    Formazione/addestramento. Si tratta di carenze nella formazione dei lavoratori ai sensi dell’Accordo Stato Regioni del 2011, ma anche nell’addestramento degli stessi in relazione all’uso di determinate attrezzature di lavoro (Accordo Stato Regioni del 2012).
    Macchine. Si tratta di anomalie riferibili allo stato di manutenzione di macchine ed impianti oltre che all’adeguatezza rispetto al lavoro da svolgere.
    Caduta dall’alto. Le non conformità rilevate riguardano il rischio di caduta da postazioni di lavoro/stoccaggio merci poste in altezza.
    Locali di lavoro/servizi igienico assistenziali. La quasi totalità delle anomalie rilevate concernono l’adeguatezza di spogliatoi e servizi igienici.
    Valutazione dei rischi. Si tratta di inadeguatezza della valutazione dei rischi in relazione a carenze nella loro individuazione oppure in riferimento alle misure di prevenzione da attuarsi in relazione ai rischi presenti nell’ambiente di lavoro.
    Scaffali e soppalchi. Si tratta di condizioni di rischio nello stoccaggio delle merci sulle scaffalature che possono determinare il rischio di caduta di gravi dall’alto piuttosto che quello di precipitazione di personale dai soppalchi.
    Duvri/informazione visitatori. Nella specifica categoria sono state inserite le non conformità relative alla gestione dei rischi interferenziali presenti qualora nello stesso contesto operino contemporaneamente soggetti appartenenti ad aziende diverse, nonché le anomalie riscontrate nelle informazioni e nelle indicazioni fornite a soggetti terzi a vario titolo presenti nelle unità produttive e nei magazzini.
    Sorveglianza sanitaria. Le anomalie sono riferibili al non rispetto della periodicità prevista dal protocollo sanitario.
    Altro. Si tratta di ulteriori irregolarità che non è possibile collocare nelle categorie sopra indicate.
  • I risultati della campagna di vigilanza sono quindi stati confrontati con i risultati dei questionari fornendo un quadro maggiormente chiaro e una maggiore consapevolezza rispetto ai rischi del settore.
  • Esempi di soluzioni atte a minimizzare i rischi del comparto:
    – Miglioramento della visibilità a fondo corsia
    – Sensi unici predisposti nelle corsie delle scaffalature
    – Utilizzo di luci “floor spot” sui carrelli
    – Separazione fra percorsi pedonali e zone transito carrelli
    – Sistema di blocco ruote del rimorchio automezzo fermo al molo
    – Protezione contro il rischio di caduta dalla baia di carico
    – Sistemi anticollisione per carrelli elevatori
    – Introduzione di ribaltatori regolabili o di ripiani fissi inclinati
    – Introduzione di barre di fine corsa per il contenimento dei pallet sulle scaffalature.

Per un approfondimento delle soluzioni individuate rinviamo al Report del Pmp che alleghiamo.


NOTE

[1] Assologistica è la realtà associativa delle imprese di logistica, dei magazzini generali e frigoriferi, dei terminalisti portuali, interportuali ed aeroportuali.
[2] “Se proprio dobbiamo essere sintetici nel definire la logistica, possiamo dire che si occupa di manipolazione, conservazione e trasferimento di merci”, Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, Relazione intermedia sull’attività svolta, 20 aprile 2022

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