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La manutenzione igienica degli impianti aeraulici o di climatizzazione nei luoghi di lavoro

In questo articolo si vuole mettere in evidenza la tematica, nell’ambito della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, della manutenzione igienica degli impianti aeraulici, deputati al trattamento dell’aria e della climatizzazione, per il benessere delle persone.

Premetto che districarsi tra la normativa italiana sull’argomento, non è cosa facile: linee guida, decreti regionali, e ordinanze comunali e norme tecniche sopperiscono, ormai da tempo, ad una carenza legislativa ormai assodata.

Il 7 febbraio 2013 l’accordo Stato-Regioni ha introdotto una procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria, ma essa comunque, non prevede limiti o valori guida vincolanti.

Lo stesso ci indica che per

la persistenza nel tempo della corretta funzionalità degli impianti e per il mantenimento dei requisiti igienici è necessario effettuare periodici interventi di pulizia e manutenzione che devono prevedere una ispezione visiva e se necessaria una tecnica.

Questo documento ribadisce la necessità dell’istituzione di un registro degli interventi effettuati sull’impianto (già previsto dalle Linee Guida dell’Accordo Stato Regioni 2006), fornendo anche una check list delle verifiche oggetto dell’ispezione visiva che unitamente ad un modello di rapporto dei risultati dell’ispezione tecnica dovranno essere allegati al suddetto registro.

Il decreto legislativo 81/2008, all’allegato IV, al paragrafo 1.9.1, “areazione dei luoghi di lavoro chiusi” prevede che se sono utilizzati impianti di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, gli stessi devono essere sempre mantenuti funzionanti. Gli stessi, poi, devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione,  pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori e qualsiasi sedimento o sporcizia, che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata, deve essere eliminato rapidamente.  Lo stesso art. 64 del decreto 81/08 obbliga il datore di lavoro a provvedere alla regolare manutenzione e pulitura degli impianti di areazione, ma rimane nell’ottica della valutazione di tutti i rischi presenti nei luoghi di lavoro, e la manutenzione degli stessi, rapportata esclusivamente al fine di non pregiudicare soltanto la salute dei lavoratori.

Molto spesso, in questi ultimi anni di crisi, nella confusione normativa, in qualità di RSPP di aziende medio piccole, mi sono sentito spesso chiedere dai miei committenti, quale sia  il motivo per cui sia necessario che gli impianti di trattamento aria vengano sottoposti a manutenzione e pulizia programmata. La mia risposta è sempre stata la stessa, cioè quella che respirare aria salubre nei luoghi di lavoro, è uno dei requisiti essenziali al nostro benessere.

La norma UNI 10339, ci fornisce una definizione di qualità dell’aria legata essenzialmente al fatto che non debba  contenere  contaminanti noti in concentrazioni tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti.

I contaminanti, contenuti sia nell’aria di rinnovo che in quella ricircolata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo e altre sostanze particolate». L’aria, secondo la norma UNI è classificata quindi  secondo diversi “livelli di qualità” in base alla quantità di sostanze inquinanti presenti al suo interno.

La commissione Manutenzione dell’UNI ha elaborato due nuove norme significative per il settore: la norma UNI 11414 Manutenzione – Linee guida per la qualificazione del sistema di manutenzione, e la UNI 11420 Manutenzione – Qualifica del personale di manutenzione.

Nello specifico  la UNI 11414 fornisce le linee guida per qualificare un sistema di manutenzione.
La norma UNI 11420, invece, definisce nell’ambito della manutenzione quali siano le conoscenze, le abilità, le competenze e i requisiti formativi necessari per acquisire un livello specifico di qualifica professionale che consenta di ricoprire un determinato ruolo all’interno dell’organizzazione. In questo documento vengono istituite  principalmente tre figure professionali della manutenzione: lo specialista di manutenzione (preposto e/o operativo), il supervisore dei lavori di manutenzione o ingegnere di manutenzione, e il responsabile del servizio o della funzione manutenzione.

La manutenzione oggi è considerata come un “sistema” da gestire in quanto coinvolge tutti i processi lavorativi e organizzativi e diventa dunque un’attività fondamentale per garantirne l’affidabilità, non essendo più  intesa  come singolo intervento sulla macchina o sull’attrezzatura.

Se la manutenzione è una fase importantissima nella vita dell’impianto areaulico, non lo è meno quella di progettazione. Durante la progettazione è importante pensare a come possono essere effettuate le manutenzioni, i monitoraggi, le valutazioni del rischio e la bonifica degli impianti di climatizzazione. La norma tecnica più importante per la progettazione degli impianti di climatizzazione in funzione della loro manutenzione è la UNI EN 12097:2007, che è stata pubblicata nel 2007.

Questa norma tecnica dà delle indicazioni importanti per il posizionamento delle portine di accesso utili per eseguire la manutenzioni e le ispezioni periodiche. Queste non si trovano frequentemente negli impianti, trattandosi di una tra le norme più trascurate  nella progettazione degli impianti aeraulici. La mancanza  di tali accorgimenti, viene spesso giustificata al fine di contenere i costi di installazione, ma, si traduce sempre  in aumento dei costi di manutenzione.

La pulizia, l’igiene e l’efficienza degli impianti areaulici e di climatizzazione influenzano la salute degli occupanti degli edifici, pertanto si auspica che i responsabili di tutte le  strutture che utilizzano impianti al loro servizio, compiano  tutti gli sforzi necessari, soprattutto a livello economico, per mantenere i rischi per la salute degli occupanti ai livelli più bassi possibili.

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