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Visione Zero – dalla visione alla realtà

Fonte: Punto Sicuro
articolo di Monica Livella e Francesco Naviglio


Pubblichiamo tratti di un articolo apparso su Punto Sicuro relativo al XXI World Congress on Safety and Health at Work svoltosi a Singapore. Il Congresso mondiale che si svolge ogni tre anni promosso dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e da ISSA (Associazione Internazionale per la Sicurezza Sociale) per discutere di sicurezza sul lavoro con i più importanti player globali: istituti, imprese, organizzazioni che rappresentano il gotha della sicurezza sul lavoro.

Lo slogan del Congresso 2017 è stato “A Global Vision of Prevention” (Una visione globale di prevenzione) ed i lavori si sono sviluppati attorno a tre tematiche principali:

1 | Visione Zero – dalla visione alla realtà

Adottare la Visione Zero significa credere nella possibilità concreta di poter prevenire tutti gli infortuni sul lavoro e le malattie derivanti dall’attività lavorativa. Questa prospettiva impone un cambiamento di paradigma a tutti i livelli delle organizzazioni; passando dall’individuazione delle responsabilità alla ricerca di soluzioni per prevenire infortuni e malattie professionali. Per raggiungere questo obiettivo occorre l’impegno e il coinvolgimento da parte di tutti i soggetti della catena produttiva a partire dal management.

2 | Lavoro sano – vita sana

Il mondo del lavoro di oggi e di domani è sempre più competitivo, complesso e frenetico. Contemporaneamente è sempre più stretto il legame tra ambiente di lavoro e luoghi di vita. Per migliorare la salute dei lavoratori e garantire loro una vita più lunga e sana (sul lavoro e nella quotidianità), le esigenze di sicurezza e salute vanno gestite in maniera integrata. L’approccio ideale è quello in cui i dipendenti e i datori di lavoro lavorano insieme continuamente per sostenere, proteggere e promuovere la sicurezza e la salute reciproca.

3 | La persona al centro della prevenzione

Per costruire posti di lavoro sostenibili che integrino i principi di salute e sicurezza anche nei luoghi di vita, è fondamentale tenere conto degli elementi demografici chiave come l’invecchiamento, il genere, l’etnia, la cultura e l’istruzione. Per sostenere questi sforzi sono fondamentali strategie volte alla promozione, protezione, istruzione e compartecipazione delle persone.


Sin dalla cerimonia di apertura è stato “Vison Zero” lo slogan lanciato dagli organizzatori di ILO e ISSA. Se è vero che la maggior parte degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali si possono prevenire con buone pratiche e comportamenti corretti, la Vision Zero – il loro totale azzeramento – è un obiettivo perseguibile. Anche in periodi di crisi economica, come quello che stanno attraversando molti Paesi, proteggere i lavoratori non deve essere un lusso o un sacrificio necessario, ma al contrario le difficoltà possono dare maggior stimolo e nuova energia ad uno sviluppo sostenibile anche sotto il profilo della sicurezza sul lavoro.

«Salute e sicurezza sul lavoro sono diritti umani fondamentali così come lo stesso diritto al lavoro. È nostro dovere – ha sostenuto Guy Ryder, Direttore Generale ILO – riaffermare il diritto ad un ambiente di lavoro sicuro per tutti i lavoratori».

La comunicazione è un altro elemento strategico: agire attraverso la tecnologia e i nuovi mezzi di comunicazione rappresenta uno step fondamentale per diffondere questa cultura. Quindi la prevenzione non riguarda solo prevenire gli infortuni sul luogo di lavoro, ma fare cultura anche partendo da noi stessi: “… accident prevention start to me …”.

La seconda giornata del XXI Congresso Mondiale sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro di Singapore, durante la mattinata, una sessione organizzata dall’ILO e da ISSA, ILO ha presentato i dati mondiali dell’andamento degli infortuni e delle morti sul lavoro correlandoli ai costi globali sostenuti dai singoli paesi, rimarcando l’importanza della legislazione e della regolamentazione che ciascuna nazione deve adottare anche con il coinvolgimento delle aziende e dei lavoratori.

La filosofia della campagna “Vision Zero” può essere sintetizzata in quattro importanti Focus:

  • Gli infortuni e le malattie professionali sono prevedibili;
  • Si tratta di un processo piuttosto che di un obiettivo;
  • È necessario un approccio evolutivo della prevenzione;
  • Costruire una cultura della prevenzione che integri la sicurezza con la salute e il benessere lavorativo.
  • Il focus della terza giornata del Congresso è stato la prevenzione centrata sulle persone “People Centred Prevention”.

Ambienti di lavoro e processi produttivi in cui robot e automi lavorano fianco a fianco con l’uomo non sono una utopia ma una concreta prospettiva futura. Vengono già utilizzati molti programmi e applicazioni progettati sulla base di software che utilizzano l’intelligenza artificiale.

La sessione tecnica, dove tra i relatori era presente per l’Inail Sergio Iavicoli, ha esaminato come questi sviluppi tecnologici impatteranno sul futuro mondo del lavoro, indagando anche le possibili applicazioni ai fini di prevenzione e protezione: la scienza e la tecnologia dovranno anche rendere più sicuro e salutare ogni posto di lavoro.

Ormai è tempo che la salute e sicurezza sul lavoro salga ai piani alti delle aziende. Dopo oltre un decennio di una massiccia formazione rivolta ai lavoratori è giunto il momento di coinvolgere e sensibilizzare del problema il Top Management delle aziende. È questo il cambio di prospettiva che propone Vision Zero: Il Top Management delle aziende, di qualsiasi azienda, deve divenire attore della prevenzione nei luoghi di lavoro e non considerare l’ipotesi di infortunio e di malattia professionale come un ineluttabile dazio da pagare nello svolgimento delle attività lavorative.

Questo è l’ambizioso obiettivo che si è proposto L’ISSA nel lanciare la campagna Vision Zero che durerà tre anni, dal 2017 al 2020, per valutarne gli effetti durante il prossimo Congresso Mondiale che si terrà a Toronto.

Al Congresso erano presenti in rappresentanza del nostro Paese organizzazioni come l’INAIL, la Fondazione LHS di Saipem ed AIFOS. In tutto circa 10 partecipanti su oltre 4.000 delegati. Nessuna presenza istituzionale e di grandi realtà imprenditoriali italiane. La stessa considerazione era apparsa evidente a margine della precedente edizione del Congresso nel 2014 a Francoforte sul Meno. Viene spontaneo fare alcune riflessioni: in Italia siamo certamente all’avanguardia circa la legislazione sulla prevenzione e sicurezza sul lavoro; svolgiamo una massiccia opera di formazione dei lavoratori; tra Stato e Regioni presidiamo il territorio con attività di vigilanza, eppure l’apparato pubblico ed i vertici aziendali dimostrano scarsa sensibilità per eventi quali quello di Singapore che non deve e non può essere visto solo come una occasione mediatica e di immagine.

La partecipazione a eventi internazionali è necessaria per entrare nelle scelte programmatiche e per disegnare il mondo del lavoro del futuro; essere assenti significa, invece, porsi come soggetto passivo nella definizione delle politiche mondiali in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

Un altro aspetto è apparso evidente ai noi che eravamo presenti: la mancata trattazione della tematica inerente la prossima pubblicazione delle ISO 45001 che andranno a sostituire le OHSAS 18001. Fatto insolito per un Congresso che tratta di salute e sicurezza sul lavoro, forse determinato dai distinguo che ILO e ISSA, organizzatori del Congresso, hanno ripetutamente avanzato circa la stesura della norma in ambito ISO?

Con questi dubbi e osservazioni, ma anche con la consapevolezza che aver preso parte a questo importante Congresso è stata una grande opportunità di crescita, attendiamo l’appuntamento del 2020 a Toronto. Nel frattempo ci auspichiamo che il programma VISION ZERO produca i suoi effetti e che in Italia si sviluppi una maggiore sensibilità verso quanto avviene oltre frontiera in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

 

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