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Procedura sperimentale per la determinazione di ritardanti di fiamma alogenati presenti in ambienti di lavoro

procedura sperimentale per la selezione dei ritardanti di fiamma

procedura sperimentale per la determinazione dei ritardanti di fiamma

I ritardanti di fiamma alogenati (HFR), introdotti massicciamente nei primi anni ’70, sono impiegati in comuni oggetti o materiali facilmente infiammabili per ridurre, in caso di incendio, lo sviluppo di fumo e contenere la propagazione della fiamma. Molti di questi composti sono associati ad effetti avversi sulla salute, tra cui l’alterazione endocrina, il cancro, l’immunotossicita, la tossicita riproduttiva e gli effetti avversi sullo sviluppo della funzione neurologica fetale e infantile.

Dal 2004 la Convenzione si Stoccolma, firmata anche dall’Italia ma mai ratificata, si prefigge di

proteggere la salute dell’uomo e dell’ambiente individuando una lista di inquinanti caratterizzati da tossicita, bioaccumulo, e trasporto su lunghe distanze, definiti “Persistent Organic Pollutants” (POP). La Convenzione mira ad eliminare o a ridurre l’uso di queste sostanze.

Tra queste sostanze vi sono anche i ritardanti di fiamma ed a seguito della  emanazione della Convenzione  alcuni ritardanti di fiamma sono stati sostituiti con nuovi composti di struttura simile i quali, quindi,

analogamente ai composti vietati, è probabile siano anch’essi tossici: nelle atmosfere degli impianti di riciclaggio dei rifiuti elettrici ed elettronici, negli uffici dotati di computer o negli impianti di riparazione dei computer, ritardanti di fiamma alogenati legacy e nuovi coesistono e possono essere trovati a concentrazioni non trascurabili.

Con l’obiettivo di monitorare gli ambienti di lavoro particolarmente a rischio il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail ha messo a punto un metodo

per la determinazione simultanea di ritardanti di fiamma di  vecchia e nuova generazione: in particolare il metodo è stato applicato a campioni raccolti all’interno di un impianto di smaltimento di apparecchiature elettriche ed elettroniche “al fine di stabilire le concentrazioni di questi inquinanti ai quali possono essere esposti gli operatori durante le fasi di lavorazione.

Il metodo può essere considerato un valido strumento da utilizzare in luoghi di lavoro analoghi ed i risultati della ricerca sono stati pubblicati dall’Inail nel luglio scorso mediante la guida dal titolo Procedura sperimentale per la determinazione di ritardanti di fiamma alogenati presenti in ambienti di lavoro.

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