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La tutela della salute e le normative anticorruzione nell’ambito della Pubblica Amministrazione: attuazione della Legge 190 del 2012

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente, cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia.
Italo Calvino, Tratto da Romanzi e racconti – volume 3°, Racconti e apologhi sparsi, i Meridiani, Arnoldo Mondadori editore.
Uscito su la Repubblica, 15 marzo 1980, col titolo “Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti

La   violazione della trasparenza, della legalità e la corruzione pregiudicano il buon funzionamento di tutte le istituzioni ed i settori della società, primo fra tutti quello della Sanità che è fra i più rilevanti in termini di spesa pubblica.

Secondo i dati forniti dalla Rete Europea contro le Frodi e la Corruzione nel Settore sanitario (European  Healthcare Fraud and Corruption Network), in Europa, nel 2012, il 5,6% del budget per la sanità è stato fatto proprio dalla corruzione. In Italia, secondo stime della Guardia di Finanza, il triennio 2010/2012 ha visto una perdita erariale pari a 1,6 miliardi di euro.

Ma l’illegalità non incide solo sul versante propriamente economico, in special modo sulle finanze pubbliche, ma impatta di fatto anche la salute della popolazione concretizzandosi in un danno all’efficienza e qualità delle cure, alla loro sicurezza, all’equità di accesso ai servizi, nonché sfiduciando il cittadino nei confronti del Servizio Sanitario, minando in definitiva l’intero sistema di tutela della salute, ovvero la rete di relazioni che si sviluppa tra gli operatori della salute (infermieri, medici, tecnici, biologi, fisici, amministrativi, ingegneri, giuristi, manager, volontari, associazioni di pazienti e famigliari, etc.), i decisori a livello politico (nazionale, regionale, locale) e tecnico (direttori generali di assessorati e aziende sanitarie), i fornitori del mondo della sanità ed i  destinatari dei servizi ovvero l’intera collettività e le loro associazioni e rappresentanze.

Il contrasto della illegalità nel settore sanitario è dunque un impegno prioritario per ciascuno di noi, quindi non solo i politici od i professionisti del settore, ma anche il comune cittadino deve offrire il suo contributo impegnandosi per la correttezza e per la qualità dei servizi, tanto nel pubblico quanto nel privato.

Le politiche di tutela della salute si sono fatte carico di promuovere la trasparenza e legalità nel settore sanitario pubblico attraverso la promulgazione di norme, in particolare il 13 novembre del 2012 è stata pubblicata la legge “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” che ha introdotto strumenti per la prevenzione e la repressione del fenomeno corruttivo.

Il glossario di seguito riportato chiarisce i termini del problema:

Corruzione
Comportamento di quella persona che utilizza il suo potere per fini personali. In tal senso, la corruzione include ogni forma di abuso di potere. Questa definizione richiede la presenza di tre elementi chiave:
1. una relazione tra un soggetto delegante e uno delegato in cui il soggetto delegato ha il dovere di agire nell’interesse (primario) del primo (es. medico e paziente)
2. la presenza di un interesse secondario nel soggetto delegato di tipo finanziario o di altra natura
3. il prevalere dell’interesse secondario su quello primario

Corruttore
Colui che offre, promette o dà, direttamente o indirettamente, una somma di denaro o altra utilità ad un’altra persona, al fine di ottenerne un vantaggio.
L’intenzione del corruttore è quella di indurre una persona ad agire impropriamente nell’esercizio di una funzione o attività e ricompensare la persona che agisce impropriamente.

Corrotto
Colui che accetta o sollecita, direttamente o indirettamente, un indebito vantaggio (denaro o altra utilità), per sé o per altri.

Conflitto di interessi
L’abusare della propria posizione, facendo prevalere l’interesse secondario su quello primario, restano due aspetti distinti: una persona in conflitto di interessi, infatti, potrebbe non agire mai in modo improprio. Corruzione è la degenerazione di un conflitto di interessi, in quanto c’è sempre il prevalere di un interesse secondario su uno primario. Il conflitto di interessi, invece, segnala solo la presenza di interessi in conflitto (anche solo in modo potenziale o apparente). Il conflitto di interessi, a differenza della corruzione, è caratterizzato da una portata ben più ampia di relazioni sociali ed economiche, la maggior parte delle quali non è classificata come reato, nonostante la sua presenza possa tendenzialmente violare l’equilibro socialmente accettabile tra l’interesse privato e i doveri e le responsabilità di un individuo.

Da parte del cittadino l’aiuto che può pervenire alle Pubbliche Amministrazioni è quello di non tollerare certe situazioni di ambiguità e poca chiarezza procedurale e di segnalare tempestivamente qualunque sospetto che siano privilegiati interessi privati su quelli della collettività. Non si deve infatti dimenticare che accanto a norme adeguate per il contrasto alla corruzione è fondamentale considerare le nostre responsabilità. La corruzione è infatti potente e diffusa anche perché abbiamo permesso che ciò si verificasse tollerando ed omettendo di denunciare illeciti anche potenziali.

È bene ricordare che il pubblico dipendente ha un contratto con la cittadinanza in base al quale il suo compito precipuo è quello di tutelare il cittadino. Se il pubblico dipendente lavora nel campo della Sanità, nel nostro caso nell’ambito della prevenzione e della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, il principio assoluto e incondizionato espresso dalla Costituzione è la salvaguardia della persona umana e della sua integrità psico- fisica,.

Volendo indicare un ambito in cui la corruzione può rappresentare una priorità si può pensare alla vigilanza. I controlli ispettivi per essere efficaci in termini di prevenzione debbono rispondere a caratteristiche di equità, omogeneità sul territorio e trasparenza nella programmazione. Le funzioni di vigilanza infatti non possono prescindere dall’azione organizzata dell’amministrazione, che deve avere obiettivi chiari, appropriati, rispondenti alla normativa ed ai piani nazionali e regionali per la prevenzione,    nonché condivisi con le parti in causa. Il venir meno di tali presupposti, ad esempio nel caso della mancanza dei controlli o dell’effettuazione di controlli “orientati”, volti a favorire l’interesse privato del singolo o di gruppi, oltre ad essere inaccettabile per ragioni etiche si traduce in una mancata prevenzione ovvero nella non applicazione delle norme sulla Sicurezza dei lavoratori e quindi nell’aumentato rischio di infortuni o malattie professionali, con le invitabili ricadute economiche non solo a carico del lavoratore stesso ma anche a carico della comunità.

L’invito è pertanto quello di collaborare tutti iper prevenire la corruzione denunciando episodi in cui l’interesse primario sia prevaricato da quello privato di singoli o gruppi di persone, esigendo trasparenza e semplificazione delle procedure. Infatti una gestione confusa o processi amministrativi fortemente burocratici favoriscono l’illegalità e la corruzione attraverso la creazione di aree oscure. Bisogna quindi abbassare la soglia di tolleranza nei confronti di comportamenti, ai quali ci si è in qualche modo “assuefatti”, svincolandosi da logiche corruttive.

di M. Giuseppina Bosco, Barnaba G. Ponticiello

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