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Il sistema di sorveglianza degli infortuni mortali: un nuovo strumento di supporto per il settore edile

Infortuni mortali nel settore edilizio foto Joel Felipe Unsplash

Il Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi sul lavoro (parte integrante e da lungo tempo operativo del Sistema informativo nazionale) continua la sua attività di monitoraggio e analisi degli infortuni, secondo il modello Infor.Mo, con l’obiettivo di arricchire le conoscenze sulle modalità di accadimento degli infortuni, sui diversi fattori che sono intervenuti in qualità di determinanti o di modulatori (che favoriscono l’aumento o la diminuzione della gravità) degli eventi.
Il Sistema di sorveglianza pubblica periodicamente approfondimenti tematici relativi a settori o a tipologia di infortuni, con l’obiettivo di finalizzare le conoscenze acquisite a concrete azioni preventive: nel mese in corso è stata pubblicata la Scheda 18 “Infortuni in edilizia: caratteristiche, fattori causali, misure preventive”.

Per il quinquennio 2014 – 2018, il Sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni ha registrato 607 infortuni nel settore delle Costruzioni, distinti in 292 mortali e 315 gravi, indagati dalle Asl e ricostruiti in termini di dinamica infortunistica con la metodologia Infor.Mo al fine di mostrare i principali fattori di rischio rilevati nelle diverse fasi lavorative.

Caratteristiche dei lavoratori e delle aziende
  • Il 64% degli infortuni sono avvenuti in aziende fino a 9 addetti (microimprese).
  • L’analisi della cittadinanza degli infortunati evidenzia la predominanza di italiani (79%), (ma negli altri settori di attività è l’85%), seguono lavoratori provenienti da Albania (6%) e Romania (5%).
  • Rapporto di lavoro al momento dell’evento: ai primi posti troviamo il dipendente a tempo indeterminato o determinato (rispettivamente 53% e 13%) e l’autonomo/titolare senza dipendenti (10%).
  • Vi è inoltre una quota di posizioni irregolari superiore all’8% (al 5% negli altri settori).
Le tipologie di incidenti più frequenti nel settore delle Costruzioni
  • Le cadute di lavoratori dall’alto, questa modalità da sola rappresenta oltre la metà degli infortuni mortali e gravi (54%)
  • Le cadute dall’alto di oggetti e carichi su lavoratori (12%)
  • Le perdite di controllo durante la conduzione di mezzi (7%).

Le prime tre cause di morte a seguito di infortuni sul lavoro, sopra indicate, rappresentano insieme quasi i ¾ degli infortuni mortali e gravi avvenuti negli anni considerati.

Come avvengono tali infortuni?

Cadute dall’alto di lavoratori

Si cade principalmente da attrezzature per lavoro in quota, ponteggi e scale portatili, da tetti/coperture o da altre parti in quota come solai e balconi privi dei necessari sistemi di protezione dei lavoratori contro le cadute dall’alto.

Incidenti dovuti a caduta dall’alto di gravi

Le cadute di materiali più frequenti avvengono sia durante il loro sollevamento o trasporto con mezzi di lavoro, sia per cedimenti di terreno o parti di muri/pareti, spesso ad esempio durante gli scavi.

Incidenti dovuti alla perdita di controllo di un mezzo

Si tratta per lo più di macchine per la movimentazione della terra e per i lavori stradali. L’infortunio risulta essere spesso causato da un investimento dell’operatore a terra da parte del mezzo in movimento.

Il modello Infor.Mo utilizza le sei seguenti macro categorie per analizzare i fattori di rischio che hanno interessato gli eventi:

  • AI = Attività infortunato
  • AT = Attività di terzi per entrambe “si tratta di azioni, gesti e movimenti inappropriati compiuti dall’infortunato o da altri colleghi”
  • UMI = Utensili macchine impianti, riguardano le problematiche delle attrezzature;
  • MAT = Materiali, si riferiscono alle criticità del materiale in lavorazione o lavorato;
  • AMB = Ambiente, carenze strutturali e organizzative dei luoghi di lavoro;
  • DPI e abbigliamento, riguardano le criticità dei dispositivi di protezione individuale e degli abiti

Utilizziamo ora le sei macro categorie per individuare i fattori di rischio relativi alle prime tre modalità di accadimento:

Tabella Scheda Infor Mo scheda 18

Principali incidenti avvenuti nelle costruzioni analizzati per fattori di rischio

Se andiamo ancor più nel dettaglio vediamo che:

  • per la categoria Ambiente di lavoro (AI) le prime tre cause sono: “l’assenza di barriere, protezioni parapetti, armature” (7,5%), la mancanza di segnaletica (1,6%), la presenza di elementi ingombranti, pericolosi (1,5%)
  • per la categoria Utensili e macchine (UMI) le prime tre cause sono le protezioni mancanti, inadeguate (7,9%), le anomalie o guasti in esercizio (2,6%), altro problema (ovvero presenza di elementi pericolosi, attrezzatura mancante o non idonea all’uso) (6,6%)
  • per le categorie Attività infortunato (AI) e Attività di terzi (AT) le prime tre cause sono errore di procedura (34,7%), uso errato di attrezzatura (14,5%), uso improprio di attrezzatura (2,9%)
  • per la categoria Dpi le prime tre cause sono l’uso errato o mancato uso (ma disponibile) di DPI (6,3%), DPI non fornito (4,6%), inadeguatezza strutturale o deterioramento di DPI (1,4%)
  • per la categoria Materiali le prime tre cause sono individuate nelle caratteristiche dei materiali (1,2%), nello stoccaggio di oggetti e materiali (0,5%), nella trasformazione dei materiali (0,2%).

Di particolare rilievo il dato del 40% relativo alle cadute dall’alto o in profondità dovute all’attività dell’infortunato, cosi come quel 34,7% relativo all’errore di procedura quale fattore di rischio che ha determinato il maggior numero di infortuni mortali gravi. Dati da cui emergono evidentemente “problematiche legate alle modalità operative degli infortunati (AI), non necessariamente riconducibili a loro responsabilità quanto a carenze di tipo gestionale (formazione, informazione, pratiche tollerate, ecc.) che non hanno permesso al lavoratore di operare in sicurezza”: aspetti organizzativi e gestionali che sono ben messi in rilievo nell’ultima parte della Scheda 18 in cui vengono illustrare le misure preventive e protettive da mettere in campo per abbattere gli infortuni nel settore delle costruzioni.

Misure generali

Organizzazione del cantiere e delle attività lavorative

Tale misura deve essere attuata preventivamente all’inizio dei lavori e deve prevedere l’indicazione di chi fa che cosa “giorno per giorno”.

Formazione, informazione, addestramento

Non è sufficiente che venga assicurata una formazione generale
Tale formazione è sicuramente un prerequisito per l’accesso al cantiere ma il lavoratore deve ricevere anche la formazione specifica con riferimento a quel determinato cantiere: è questa la formazione salvavita.

Coordinamento e sorveglianza delle attività di cantiere
È necessaria un’azione di vigilanza e controllo esercitata da un numero adeguato di personale presente in cantiere con continuità (diversamente dai coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione ), che sia in grado di svolgere la funzione di preposto in quanto adeguatamente formato per svolgere tale ruolo.

Cooperazione e coinvolgimento
Chi opera in cantiere deve essere a conoscenza dei ruoli dei diversi soggetti e delle misure di prevenzione e protezione adottate: a tal fine risulta essenziale prevedere periodici momenti di incontro/riunione, durante i quali avvenga uno scambio di informazioni tra i datori di lavoro, i preposti ed i lavoratori, sulle eventuali criticità riscontrate e proposte di soluzioni correttive.

I ricercatori che hanno redatto la scheda danno particolare rilievo all’utilizzo di Modelli organizzativi,ritenendo che nei cantieri ove operano aziende che adottano Modelli di organizzazione e gestione è più improbabile che avvengano eventi infortunistici. Di seguito le misure suggerite.

Modelli organizzativi
  • Art. 30 del D.Lgs. 81/2008 individua le caratteristiche di tale modello indicando come la sua concreta attuazione rivesta carattere di esimente nei confronti della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica (secondo quanto previsto dal D.Lgs. 231/2001).
  • L’applicazione di un modello organizzativo prevede l’attuazione organica e coerente degli elementi descritti nei punti precedenti relativi alle Misure generali. Infatti, ai fini della validità e dell’efficienza dello stesso occorre assicurare un sistema interno aziendale (audit) per l’adempimento degli obblighi giuridici relativi:
    a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici
    b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti
    c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
    d) alle attività di sorveglianza sanitaria
    e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori
    f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori
    g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge
    h) alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate.

Misure di prevenzione specifiche, connesse ai vari rischi di cantiere, possono essere approfondite attraverso i riferimenti normativi riportati nella Scheda 18.

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