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Dossier Donne INAIL e la valutazione dei rischi in ottica di genere

Dossier Donne 2022 foto di Adam Winger Unsplash

Nell’assenza quasi totale di nuovi materiali e strumenti di supporto – così come di elementi di attenzione nella pianificazione regionale (Pnr) nell’ambito dei Piani di prevenzione 2020-2025 – il Dossier donne pubblicato dall’Inail in occasione dell’8 marzo offre spunti di riflessione che non motivano certo la attuale disattenzione rispetto al tema della valutazione e gestione dei rischi in ottica di genere.

Nel quinquennio 2016-2020 le denunce di infortunio delle lavoratrici sono aumentate del 6,3%. Dai dati emerge però che l’incidenza degli infortuni delle donne rispetto al totale tra il 2016 e il 2019 è rimasta pressoché costante, e pari mediamente al 36%, mentre nel 2020 è salita di sette punti percentuali fino al 43%, complice anche il maggior numero di contagi sul lavoro da Covid-19 delle lavoratrici rispetto agli uomini.
(Dossier donne 2022 – Documento elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail in occasione della Giornata internazionale dell’8 marzo).

Su 211.390 infezioni di origine professionale denunciate dall’inizio della pandemia alla data del 31 gennaio 2022, ben 144.353, pari a poco meno di sette contagi su 10, riguardano le donne.

Infortuni

Il Dossier descrive  due diversi ambiti temporali mediante:

  • i dati mensili del periodo gennaio-dicembre 2020-2021, rilevati al 31 dicembre di ciascun anno
  • e quelli annuali del quinquennio 2016-2020, rilevati al 31 ottobre 2021.

Per quanto riguarda il confronto dei dati relativi al periodo gennaio-dicembre 2020-2021 è ovvio che bisogna tenere conto dell’emergenza sanitaria che, come è noto, ha fortemente condizionato l’andamento infortunistico del 2020 e 2021, che sono quindi considerati “anni ‘anomali’ e poco rappresentativi”.

Denunce di infortunio  nel corso del 2021
  • lieve aumento (+0,2%) rispetto al 2020, da 554.340 a 555.236 casi
  • aumento che interessa esclusivamente il mondo del lavoro maschile, che registra una crescita del 10,6% (da 320.609 a 354.679 denunce)
  • componente  femminile presenta un decremento del 14,2% (da 233.731 a 200.557).
Casi mortali denunciati nel corso del 2021
  • i casi mortali denunciati sono stati nel complesso1.221
  • 49 in meno rispetto alle 1.270 denunce dell’anno precedente (-3,9%)
  • la diminuzione riguarda la componente maschile i cui decessi denunciati sono stati 37 in meno, da 1.132 a 1.095
  • la diminuzione riguarda anche la componente femminile, che ha fatto registrare 12 casi mortali in meno, da 138 a 126

Il secondo periodo preso in esame, il quinquennio 2016-2020, presenta  una riduzione complessiva del 10,8% delle denunce di infortunio inviate all’Inail, dalle 640.989 del 2016 alle 572.018 del 2020:

  • con una diminuzione del 20,3%, tra gli uomini, da 410.725 a 327.307 casi
  • mentre le denunce di infortunio delle lavoratrici sono aumentate del 6,3%, dalle 230.264 del 2016 alle 244.711 del 2020
  • nel periodo 2016-2019 l’incidenza dei casi che hanno interessato le donne è rimasta pressoché costante e pari mediamente al 36%, mentre nel 2020, per il più elevato numero di contagi Covid-19 delle donne rispetto agli uomini, si è avuto unaumento di sette punti percentuali (43%)
  • i decessi denunciati tra le lavoratrici sono stati 75 in più, dai 113 del 2016 ai 188 del 2020, con un incremento percentuale del 66,4%, quasi il doppio rispetto alla crescita del 36,2% registrata nello stesso arco di tempo tra i lavoratori, con 386 casi mortali in più.
Distribuzione territoriale
  • il 66,5 % di denunce di infortunio femminile si collocano al Nord, il 17,7% al Centro e il 15,8% nel Mezzogiorno
  • mentre gli infortuni mortali sono  in aumento in tutto il  Paese e in particolare al Nord, dai 51 casi mortali del 2019 ai 106 del 2020, mentre in Meridione si è passati da 30 a 52 decessi e al Centro da 20 a 30.
Settori maggiormente interessati (2020)
  • nel 2020 l’incidenza degli infortuni delle lavoratrici è particolarmente elevata nel settore dei servizi domestici e familiari (colf e badanti), con il 90,6% sul totale delle denunce del settore
  • seguito dalla sanità e assistenza sociale (73,5%)
  • e dal confezionamento di articoli di abbigliamento (69,2%),
  • mentre nei settori più rischiosi dell’industria scende fino al 2,4% rilevato nelle costruzioni.
Cause degli infortuni (quinquennio 2016-2020)

▪ i movimenti del corpo sotto sforzo fisico sono la prima causa di infortunio per le donne (23,0% sul totale dei casi) mentre sono la seconda per gli uomini (22,7%)
▪ seguiti dalle cadute (22,9%), che è invece la quarta causa degli infortuni occorsi ai lavoratori maschi (16,4%).
Danni  conseguenti a infortuni  (2020)

▪ la sede della lesione maggiormente interessata dagli infortuni continua a essere la mano, anche se per le donne presenta un’incidenza inferiore rispetto agli uomini (21,0% dei casi codificati contro 29,0%),
▪ segue la caviglia (15,1% contro 12,1%), il ginocchio (10,5% contro 8,0%) e la colonna vertebrale (10,1% contro 7,7%) rispetto al genere maschile.
▪ contusioni (34,9%) e lussazioni (28,5%) sono le conseguenze più diffuse (le contusioni lo sono anche per gli uomini, seguiti dalle ferite)

Infortuni in itinere
  • nel 2020 le denunce per infortuni sul lavoro occorsi alle lavoratrici nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro sono di poco inferiori a quelli degli uomini (32.131 casi contro 33.511), mentre precedentemente (2016 – 2019) il numero delle lavoratrici infortunate in itinere  è sempre stato superiore a  quello dei lavoratori (anche qui siamo di fronte a un dato influenzato dalla emergenza Coronavirus)
  • per le denunce in itinere con esito mortale, l’incidenza tra le lavoratrici è più elevata e pari nel 2020 a un decesso femminile su cinque (38 su 188), rapporto che per gli uomini scende a uno su otto (190 su 1.452)
  • la quota di itinere sul totale era comunque notevolmente più elevata negli anni precedenti (il 50% per le donne e il 25% per gli uomini nel periodo 2016-2019).

Oltre agli infortuni in itinere se consideriamo anche gli infortuni su strada in occasione di lavoro con mezzo di trasporto si evidenzia una differenza di genere di cui tenere conto:  nel 2020, in particolare, gli infortuni “fuori azienda” sono stati il 14,2% (34.668) del complesso delle denunce femminili contro il 13,5% (44.320) di quelle maschili. Per quanto riguarda i casi mortali, la percentuale femminile sale al 28,2% (53 su 188 casi totali) rispetto al 25,7% maschile (373 su 1.452), anche se le incidenze sono diminuite rispetto agli anni precedenti.

La strada, quindi, causa in proporzione più infortuni tra le donne, maggiormente impegnate nella conciliazione casa-lavoro, che può avere delle ripercussioni sulla frequenza degli spostamenti e sui tempi di recupero dalla stanchezza, in presenza poi, per alcune professionalità, di turni lavorativi anche notturni.

Malattie professionali

Anche per le malattie professionali il Dossier analizza i due diversi ambiti temporali considerati per gli infortuni: i dati mensili del periodo gennaio-dicembre 2020-2021, rilevati al 31 dicembre di ciascun anno e quelli annuali del quinquennio 2016-2020, rilevati al 31 ottobre 2021.

Denunce di malattie professionali  nel corso del 2021

I primi dati provvisori del 2021 mostrano come nel complesso le denunce di malattia professionale protocollate dall’Istituto siano aumentate del 22,8%, passando dalle 45mila del 2020 alle oltre 55mila del 2021:

  • le denunce femminili sono state 2.829 in più, da 12.072 a 14.901 (+23,4%)
  • mentre tra gli uomini l’incremento è stato di 7.436 denunce, da 32.951 a 40.387 (+22,6%).
Denunce di malattie professionali nel quinquennio 2016-2020
  • confrontando i dati del 2020 con quelli dell’anno precedente si rileva che le malattie professionali denunciate dalle lavoratrici nel 2020 sono state 12.061, quasi 4.600 in meno rispetto all’anno precedente e pari al 27% delle 44.948 tecnopatie denunciate nel complesso
  • confrontando i dati del 2020 con quelli del 2016 il calo delle malattie denunciate (per entrambi i sessi) in complesso (60.218) è stato del 25,4%, con un decremento del 24,5% per gli uomini e del 27,5% per le donne.
Settori maggiormente interessati
  • il 77,1% delle denunce di malattia professionale femminili nel 2020 si sono concentrate nella gestione Industria e  Servizi (l’84,1% delle denunce maschili)
  • il 20,7% in Agricoltura
  • e il restante 2,1% nel Conto Stato.

Distinguendo tra industria e servizi per le lavoratrici il 67% dei casi  denunciati appartiene al settore dei servizi (sanità e commercio i principali) e il restante 33% nelle attività industriali. Mentre per gli uomini è quasi esattamente il contrario.

Le principali patologie
  • le patologie osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso rappresentano il 76% delle denunce dei lavoratori
  • mentre per le lavoratrici tale percentuale   sale al 91% (circa 11mila delle 12mila denunce femminili complessive)
  • fra le patologie del sistema osteo-muscolare, in particolare, le malattie più frequenti sono le dorsopatie e i disturbi dei tessuti molli (circa il 92%) e, fra quelle del sistema nervoso, la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale
  • delle tre patologie citate, (che insieme rappresentano il 73% delle denunce totali) la quota femminile è dell’85% contro quella del 69% per gli uomini.
Disturbi psichici

Nel 2020 i disturbi psichici denunciati sono in misura simile per i due sessi (161 casi per il genere maschile e 190 per quello femminile) ma  con una percentuale per le lavoratrici sul totale delle malattie dell’1,6%, che è il triplo di  quella degli uomini, pari allo 0,5%.

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