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Il 61% delle imprese risulta irregolare nel 2016

La scorsa settimana abbiamo pubblicato un’intervista al Dott. Claudio Petrelli, incentrata sull’attività dell’Ispettorato del Lavoro regionale, che potete vedere a questo link.
Con l’occasione proponiamo oggi alcuni dati generali che diano il quadro della situazione nazionale.

La Direzione generale per l’Attività Ispettiva ha recenetemente comunicato i risultati dell’attività di vigilanza svolta dagli Ispettori delle strutture territoriali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, aggiornata a Settembre 2016.

Dall’inizio dell’anno il personale ispettivo ha effettuato 103.348 accessi presso le aziende, a cui vanno aggiunti i 5.104 accertamenti in materia di Cassa integrazione straordinaria, di Cassa integrazione in deroga, di Contratti di solidarietà e di patronati.

Tali accertamenti ispettivi hanno portato alla contestazione di illeciti nei confronti di 57.307 aziende, con un tasso di irregolarità complessivo pari a circa il 61%, a fronte del 59,51% registrato nei primi tre trimestri dello scorso anno. L’aumento è di circa 1,5 punti percentuali.

In parte, dice la nota del Ministero, questo non è dovuto tanto all’aumento alla propensione all’illegalità, quanto al miglioramento dell’attività di pianificazione ispettiva, oggi maggiormente  orientata in senso “qualitativo” e mirata ad obiettivi preventivamente e accuratamente selezionati. Le ispezioni vengono indirizzate nei settori precedentemente individuati come “a rischio” e questo comporta, a parità di numero delle ispezioni, maggiori probabilità di individuare aziende in condizione di irregolarità.

Tra le irregolarità più diffuse salta agli occhi il dato del lavoro “in nero”. Sono stati trovati infatti 30.416 lavoratori occupati  in modo irregolare con un aumento di circa l’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono stati adottati provvedimenti di sospensione dell’attività nei confronti di 5.483 aziende a causa dell’impiego di personale non dichiarato in misura pari o superiore al 20% di quello presente al momento della visita ispettiva, con una leggera contrazione rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno  che furono 5.658.

Ma il dato più clamoroso è quello dell’esternalizzazione irregolare, che ha registrato un considerevole incremento, pari a +86%, rispetto a Settembre dell’anno precedente. Questo rende con evidenza le relazioni che le aziende, anche regolari, intrattengono con il sistema produttivo “sommerso”. Rafforza questo dato l’incremento delle irregolarità, di natura penale, relative all’impiego di 1.124 lavoratori extracomunitari clandestini, a fronte di 1.081 lavoratori stranieri dell’anno 2015.

Altre significative irregolarità sono quelle che riguardano i rapporti di lavoro fittizi, di fatto consistenti in veri e propri rapporti di lavoro subordinato, anch’esse in aumento (+ 4%).

Le altre violazioni hanno riguardato:

  • la tutela delle lavoratrici madri e pari opportunità uomo donna (598), dato in flessione rispetto a quello rilevato al 30 settembre 2015 (789);
  • il rispetto dell’orario di lavoro (9.478), con un consistente aumento (circa +45%);
  • i temi della salute e sicurezza sul lavoro (19.990 illeciti di natura prevenzionistica, dato sostanzialmente in linea con le irregolarità registrate al 30 settembre dell’anno precedente);

Chi vuole può consultare tutti i dati a questo indirizzo.

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