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Malattie professionali: le fonti informative

malattie professionali
Malattie professionali: le fonti informative
Criticità, integrazione e divulgazione

Abbiamo ragionato in un articolo, pubblicato nel luglio scorso, sui dati presentati nella Relazione annuale del presidente dell’Inail relativi all’anno 2018, con specifico riferimento agli infortuni mortali. Rilevando tra i limiti la scelta dell’Istituto di fornire elementi per una  valutazione esclusivamente  quantitativa del fenomeno.

Volendo approfondire l’analisi dei dati relativi alle malattie professionali ci siamo imbattuti in un problema analogo (se non ancor più  grave), ma anche questa volta ci vengono in aiuto, per “capire per prevenire”, altri dati di cui l’istituto dispone forniti, come anche nel caso degli infortuni mortali, dai Sistemi di sorveglianza nell’ambito delle attività che vengono svolte da Inail-Ricerca relativamente alla gestione integrata del rischio e di supporto al sistema sanitario nazionale.

Come procedere? Seguiremo insieme un percorso in cui cercheremo di tenere d’occhio le due fonti informative (Ultimo Rapporto Malprof e Relazione Inail 2018) per comprendere i vantaggi di una loro lettura integrata, pur tenendo conto delle differenze considerevoli delle due fonti.

MALPROF

Il sistema Malprof  pubblica i dati ricavati dalle segnalazioni di patologie correlate al lavoro che giungono alla rete delle Asl, che valutano l’esistenza dei possibili nessi causali con l’attività lavorativa. L’analisi delle informazioni che caratterizzano le segnalazioni porta alla costituzione di una banca dati delle malattie di sospetta origine professionale, il cui obiettivo è quello di integrare i dati disponibili sul fenomeno al fine di ampliarne le possibilità di controllo.

Allo stato attuale i sistemi informativi correnti (principalmente quello che fa capo all’Inail) registrano ed elaborano dati sui casi di malattia professionale denunciate all’Ente. Tali casi danno una rappresentazione della realtà del fenomeno bisognosa di implementazioni tali da migliorare da un lato la capacità di raccolta del dato medesimo, dall’altro di potenziare la capacità di “lettura” in termini soprattutto di reale correlazione della patologia con l’attività lavorativa.

Fonte: Prefazione al III Rapporto Malprof

Dati di sintesi

Le denunce di malattia sono state, nel 2018,  circa 59 mila e 500, il 2,6% in più rispetto al 2017. Ne è stata riconosciuta dall’Istituto la causa professionale al 37% (il 3% è ancora “in istruttoria”).

denunce di malattie professionali

I dati confermano come siano in crescita le malattie del sistema osteo muscolare e del tessuto connettivo,  le malattie del sistema nervoso, e come siano ancora ai primi posti i tumori e le malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide e le malattie del sistema respiratorio.

La tabella sopra riportata fornisce i dati relativamente alle denunce ma di queste, come  abbiamo detto nei dati di sintesi, l’Inail ne ha riconosciuto solo il 37%. Vediamo di alcune malattie più frequenti/gravi /emergenti cosa significa ciò in termini di non riconoscimenti per l’anno 2018.

I numeri sopra riportati parlano da soli delle differenze ancora rilevanti tra denunce e riconoscimenti: pensiamo di raccogliere prossimamente le opinioni dei Patronati sulle ragioni di tale significativo divario,  francamente difficile da comprendere.

Aggiungiamo un’ulteriore sottolineatura relativa alle informazioni trasmesse tramite la Relazione del presidente: ad un’attenta lettura della Relazione e in particolare dell’Appendice statistica abbiamo dovuto purtroppo constatare che nessuno riferimento ci è dato trovare rispetto ai settori  cui  appartengono le 59.506 denunce e i  21.814 riconoscimenti di Malattie professionali registrati per lo scorso anno. Se i dati servono a conoscere  e il conoscere a prevenire è davvero difficile immaginare come questo possa avvenire  se i numeri (dato esclusivamente quantitativo) non sono riconducibili  quantomeno a specifici settori di appartenenza dei lavoratori interessati dalle tecnopatie rilevate.

Le informazioni del Sistema di sorveglianza Mal Prof [1]

Prendiamo ora in considerazione il sistema di sorveglianza Mal.Prof,  biennio 2013 – 2014:  a questi anni risale l’ottavo  ed ultimo Rapporto del sistema. È evidente che non si tratta di fare un raffronto tra i dati del sistema di sorveglianza e i dati forniti nella Relazione  del 2018,  esiste sia una sfasatura temporale relativa ai diversi metodi di rilevazione  (Mal prof coordina una complessa attività diffusa territorialmente coinvolgendo Asl e Regioni),  sia una diversa sorgente dei dati. Possiamo tuttavia capire alcuni aspetti che sfuggono all’esame del mero dato statistico e “integrare i dati disponibili sul fenomeno (forniti dalla Relazione, n.d.r.) al fine di ampliarne le possibilità di controllo”.

Le segnalazioni ricevute dalle 15 Regioni secondo il modello Malprof nel biennio considerato sono state quasi 33 mila. Le segnalazioni a cui è stato attribuito un nesso positivo corrispondono al 90% di quelle valutabili ed al 77% di quelle ricevute nel biennio:  già questo dovrebbe far riflettere se paragonato a quel 37% dei riconoscimenti Inail rispetto alle denunce riferito al 2018, ma anche per gli anni precedenti la situazione non è certo migliore.

Le patologie muscoloscheletriche, si conferma,  costituiscono il gruppo di malattia più frequente, arrivando a rappresentare nel 2014 il 67% delle segnalazioni valutabili. Tra le neoplasie di origine lavorativa, che sono le patologie con conseguenze più gravi, viene confermato il primato dei tumori della pleura e del peritoneo: essi, con più di 500 casi valutabili all’anno esprimono la metà di tutti i tumori professionali.

Interessanti e aggiuntive rispetto ai contenuti della Relazione le informazioni che riguardano i settori economici da cui le malattie traggono origine, i dati in termini di valori assoluti risentono ovviamente dell’effetto dimensionale dei comparti. Per esempio, le patologie muscoloscheletriche vedono al primo posto il settore delle costruzioni. Tale settore è infatti predominante sia per la sindrome del tunnel carpale sia per le malattie del rachide, sia per le altre malattie muscoloscheletriche , costituendo rispettivamente il 10,7%, il 18,7% ed il 19,2% dei periodi lavorativi collegati con le corrispondenti specifiche patologie. Segue poi l’agricoltura, che dà origine a percentuali vicine al 10% per tutte le tre patologie. Alle malattie del rachide sono legati anche i trasporti terrestri (6%) e alla sanità (7%), mentre per la sindrome del tunnel carpale e per le altre malattie muscoloscheletriche emergono il commercio al dettaglio, la compravendita e riparazione di autoveicoli e motocicli, l’industria alimentare e, infine, gli alberghi e ristoranti. Per eliminare la distorsione dovuta alla dimensione dei comparti, si possono confrontare tra loro le stesse tabelle presentate nel Rapporto (che alleghiamo), leggendo la distribuzione percentuale delle malattie per settore economico.

Si evidenziano così le caratterizzazioni di alcuni settori rispetto alle malattie esaminate. Emergono in questo modo le percentuali del 13,1% nel 2013 e del 22,3% nel 2014 dei tumori maligni dell’apparato respiratorio legate alla produzione di metalli e loro leghe, considerando che tale comparto per altre malattie presenta percentuali molto più basse.

All’industria tessile sono legati il 6,0% dei tumori maligni della pleura e del peritoneo nel 2013 e l’8,7%

nel 2014, mentre lo stesso settore non compare ai primi posti per le altre malattie esaminate. Allo stesso modo, per quanto riguarda le malattie della pelle, si distinguono il 3,7% ed il 4,4% (rispettivamente per il 2013 ed il 2014) dell’istruzione e inoltre l’11,1% ed il 12,7% della sanità.

Avremo modo di approfondire ancor meglio il tema dei riconoscimenti e delle modalità di lettura dei dati provenienti dalle due diverse fonti informative. Abbiamo voluto per ora limitarci a sottolineare quanto sia importante, per l’utilizzo dei dati a fini prevenzionistici, l’integrazione e la diffusione delle informazioni provenienti dai due diversi flussi.


NOTE

[1] Fonte: Ottavo Rapporto Malprof

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