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Rapporto: Il mercato del lavoro 2018: verso una lettura integrata

mercato del lavoro 2018

fonte: Istat


Lo scorso 25 febbraio 2019, presso l’Aula Magna dell’Istat, è stato presentato il rapporto “Il mercato del lavoro 2018. Verso una lettura integrata”.

Questo Rapporto annuale è frutto della collaborazione sviluppata nell’ambito dell’Accordo quadro tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal, finalizzato a produrre informazioni armonizzate, complementari e coerenti sulla struttura e la dinamica del mercato del lavoro in Italia. L’obiettivo è valorizzare la ricchezza delle diverse fonti sull’occupazione – amministrative e statistiche – per rispondere alla crescente domanda di una lettura integrata dei dati sul mercato del lavoro e fornire una base empirica e analitica utile a favorire lo sviluppo del dibattito pubblico su questo tema.

L’Accordo, in scadenza a dicembre 2018, è stato prorogato fino a dicembre 2021 per proseguire la collaborazione e completare il percorso avviato e in virtù della proficua cooperazione interistituzionale sviluppata nell’arco di un triennio.

Oltre al Rapporto e alla Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione, ormai a regime da due anni, l’Accordo prevede lo sviluppo, tuttora in corso, di un Sistema informativo statistico sul lavoro accessibile a tutte le istituzioni e al mondo della ricerca, che sarà collocato presso l’Istituto nazionale di statistica.

Gli approfondimenti presentati nel volume che presentiamo oggi affrontano più tematiche intrecciando gli aspetti congiunturali e ciclici con l’evoluzione del quadro strutturale, segnato dall’uscita da una recessione profonda e persistente che ha modificato significativamente la struttura produttiva italiana, le caratteristiche dell’occupazione e i comportamenti individuali.

Le diverse analisi descrivono un quadro che esprime un elevato potenziale di sviluppo del mercato del lavoro, insieme a criticità che la ripresa economica degli ultimi anni ha solo in parte attenuato. Da un lato emergono evidenze di un miglioramento, in cui fattori di fondo – demografici e sociali, di selezione interna e risposte ai mutamenti tecnologici delle imprese – e di più breve periodo hanno contribuito a una prolungata ripresa; dall’altro permane un’ampia area d’inoccupazione e sottoccupazione, di disallineamenti formativi e di basso livello delle qualifiche, che si intrecciano con l’acuirsi degli squilibri territoriali.

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