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Il D.Lgs. 231/2001 e i Sistemi di gestione

Siamo più volte tornati su un argomento certamente delicato e di notevole interesse per le aziende: i sistemi di gestione.

Lo facciamo ancora una volta approfittando della pubblicazione di una tesi di laurea dal titolo Modelli 231 e interazioni con i modelli per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, scritta dal Dott. Alberto Munno per il conseguimento della laurea triennale in Ingegneria Civile e Ambientale presso l’ Università di Napoli.

Sappiamo che l’art. 30 del Testo Unico recita:

Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi.

Quindi, come l’autore scrive ogni Ente e/o società che vuole fruire dell’esimente, e garantirsi una corretta gestione aziendale,

deve essere dotato di un proprio ed esclusivo Modello ex D.Lgs. 231/2001.

Ne consegue

che la eventuale colpa dell’impresa per un reato è una colpa di carattere organizzativo: se l’azienda viene dichiarata responsabile è perché non si è saputa concretamente organizzare per la prevenzione di quel reato.

È importante sottolineare che l’azienda non deve adottare un modello generico, ma ne debba predisporre uno

su misura della realtà organizzativa alla quale fa riferimento al fine di poter far fronte alle esigenze emergenti dalla reale struttura ed organizzazione dell’ente/società. I modelli generici costruiti a tavolino senza alcun confronto con la concreta realtà aziendale sono inefficaci sia a prevenire i reati sia a rappresentare l’esimente prevista dall’art. 6 del D.Lgs. 81/2008.

In conseguenza di questa necessità di adottare un modello su misura è necessario mettere a fuoco la realtà aziendale “facendo tesoro dell’esperienza propria dell’Organizzazione dell’Ente, e quindi deve essere frutto di una attenta analisi dei processi aziendali al fine di determinare l’esposizione della società stessa ai reati presupposto contemplati nel D.Lgs. n. 231/2001 (art. 6). In concreto l’attività di individuazione dell’esposizione ai predetti reati, definita tecnicamente come mappatura delle aree (dell’attività aziendale) sensibili (al rischio di commissione di reati), va articolata anche tramite una attenta attività di intervista che coinvolga i soggetti chiavi dei processi esistenti nell’Organizzazione”. Quest’ultima attività di intervista ha come obiettivo quello  di “analizzare ogni attività sensibile al rischio di commissione dei reati presupposto di cui al D.Lgs. 231/2001 verificando l’esistenza di procedure/protocolli aziendali adeguati ed efficaci e qualora esistenti, il rispetto dei seguenti parametri:

  • tracciabilità delle operazioni;
  • segregazione delle funzioni coinvolte nell’attività aziendali;
  • rispetto dei poteri di firma”.

L’autore ci rammenta che il D.Lgs. 231/2001 richiede espressamente la costituzione di un organismo, dotato di requisiti di:

  1. Autonomia;
  2. Professionalità;
  3. Indipendenza;

al fine di:

  • vigilare sull’effettività ed adeguatezza del Modello;
  • valutare l’attualità del Modello;
  • proporre i necessari adeguamenti e verifiche;
  • ricevere le segnalazioni attinenti possibili illeciti o irregolarità aziendali”.

Tale organismo

deve essere anche dotato della necessaria continuità d’azione, per poter operare efficacemente, e ciò presuppone quindi una composizione mista, di membri interni ed esterni, e la necessità di evitare in esso la presenza di soggetti dotati di poteri operativi, privilegiando invece figure con elevata attitudine al controllo, dotate della necessaria professionalità ed esperienza.

Infine la tesi di laurea ci segnala che il modello di organizzazione, gestione e controllo,

non si pone quale strumento aziendale a sé stante ma risulta interattivo con il sistema di gestione qualità ed ambientale (ISO 9001, ISO 14001/ EMAS e/o di responsabilità sociale (SA 8000 o SCR), il sistema di controllo e gestione sicurezza (D.Lgs. 81/2008 – OHSAS 18001), il sistema Privacy (D.Lgs. 196/2003) ecc.).

Parliamo quindi di una complessa attività che una volta andata a regime assicura all’azienda, qualsiasi azienda, di qualsiasi dimensione, un livello di alta qualità funzionale, di facilità nella realizzazione degli scopi:

  • di qualità del processo produttivo e del prodotto o servizio offerto;
  • di adeguata copertura delle responsabilità organizzative
  • di tutela della sicurezza del lavoro.

A chi volesse avere ulteriori informazioni ricordiamo che OPRAS Lazio offre consulenza, assistenza e l’asseverazione dei Sistemi di gestione come previsto dalla legge.

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