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Scuole di musica, sale prove e sale di registrazione

Nel precedente articolo si è trattato dei problemi relativi alla musica a livello amatoriale.
Il maggiore problema riscontrato era che le basse frequenze possono essere intercettate con difficoltà, a causa delle limitazioni ai sovraccarichi degli edifici civili (che impediscono la realizzazione della stanza nella stanza) e che quindi tali frequenze generano un disturbo; la soluzione più semplice sarebbe limitare i tempi della musica entro i limiti della civile convivenza.

Quando però la musica diventa un’attività professionale, e quindi è prodotta con continuità per tante ore al giorno, il discorso cambia in modo radicale; non è infatti possibile trascurare gli effetti di un eventuale disturbo, pena l’interruzione dell’attività stessa, motivo per cui l’isolamento deve essere davvero efficace per tutte le frequenze, ricordando ancora una volta che più sono basse, e quindi con grande lunghezza d’onda, più sono difficili da contenere.

Un’altra componente importante, per avere successo in questo settore, è la giusta correzione acustica del locale: la buona qualità del suono può fare la differenza tra una Sala sempre piena ed una poco utilizzata.

Isolamento

Il punto di partenza è, come sempre dovrebbe essere nell’acustica “seria”, di tipo strumentale: occorre verificare, effettuando rilievi fonometrici con sorgente campione, il fonoisolamento naturale della struttura ospite, frequenza per frequenza, e poi stabilire l’incremento necessario al rispetto dei limiti di Legge, che, in questo caso, sono relativi al superamento del differenziale, generalmente in regime notturno (+ 3dB) visti gli usuali orari di chiusura.

Il sistema più semplice per intercettare le base frequenze è quello di realizzare una idonea base inerziale (appoggio elastico + massa opportunamente dimensionati) su cui poggiare tutte le strutture fuori terra: occorre quindi scavare oppure, se le altezze lo consentono, rialzare il pavimento. Questo ci indica che è molto importante che lo spazio destinato abbia un’altezza sufficiente.

Esistono sistemi che adottano molle o antivibranti, ma per grandi superfici sono impianti complessi e molto costosi.
Una volta realizzato l’appoggio, tutte le strutture di chiusura sia orizzontali che verticali, in cartongesso o in muratura (esistono validi blocchetti acustici), non dovranno in alcun punto toccare l’edificio ospite, lasciando intercapedini le cui dimensioni sono dipendenti dalle frequenze, in modo da realizzare la “stanza nella stanza” prevista dalla buona pratica acustica.
Anche le porte dovranno essere doppie e con la massima distanza possibile tra di loro.

È molto importante inoltre dimensionare, in modo coerente con l’efficienza del sistema, il silenziamento dell’impianto di ventilazione: la catena fonoisolante è infatti efficiente quanto la sua maglia più debole.

Un ultimo avvertimento: contrariamente a quello che si pensa, bisognerebbe evitare di scegliere locali in posti isolati, pensando che, siccome intorno non c’è nessuno, il fonoisolamento non sia un problema. Se il posto è isolato, di notte il livello residuo è molto basso per cui i segnali, soprattutto le “famigerate” basse frequenze, arrivano molto lontano, anche alcuni chilometri. È invece meglio una zona frequentata e rumorosa, magari in prossimità di strade ad alta percorrenza, in modo che il residuo elevato collabori a mascherare il segnale prodotto durante l’attività.

Correzione acustica

Il fiore all’occhiello di una buona Sala è la sua acustica interna: il suono deve essere omogeneo e brillante in tutta la gamma di frequenze, senza “impastarsi” o essere troppo “secco”.

Il problema sta nel fatto che ogni tipo di musica vuole la sua risposta sia come timbrica che come tempo di riverberazione ideale: una cosa è la musica da camera (strumenti in legno non amplificati), cosa diversa è il rock (amplificatori e batteria che “pesta”). D’altra parte, è impensabile che ogni musica abbia la sua sala riservata: servirebbero studi con 10 diversi ambienti.

La soluzione sta nel realizzare sale ad unità fonoassorbenti variabili: usando pannelli mobili, da dimensionare in funzione delle dimensioni del locale, è possibile modificare la risposta sia come tempo che come distribuzione di energia. Variando poi i materiali (legno, metallo, vetro) è anche possibile modificarne la timbrica.
Ed è meno costoso di quanto si possa pensare.

Buon ascolto.


Questa serie di articoli è curata da Fabrizio Avenati, Tecnico Acustico che opera da 45 nel settore e vanta più di 750 realizzazioni. Past President del CIADI, Associazione di Confindustria dei Costruttori di Impianti e Apparecchiature di Insonorizzazione. Socio Assoacustici n. 21. Socio Fondatore Euroacustici | www.lasoluzioneacustica.it

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