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Diversity Management e la sfida della sicurezza inclusiva. Un seminario a Milano.

È evidente che il tema delle diversità, una delle sfide che caratterizzano il mondo del lavoro in Europa alle prese con differenze di vario tipo (differenze di genere, differenze di età, di abilità, di etnia, di cultura, di religione, di valori, …), è un tema delicato. Un tema su cui è importante soffermarsi in modo ricorrente perché una sfida persa in questo contesto si ripercuote sul benessere organizzativo (e non) di tutta la società.

Tuttavia è raro che in questi convegni si ascolti, oltre alla voce degli operatori, degli enti di promozione della tutela di salute e sicurezza e dei rappresentanti dei lavoratori, anche quella dei datori di lavoro, per comprendere il loro modo reale di affrontare i problemi messi in campo dalle diversità.

Per raccogliere queste importanti informazioni possiamo fare riferimento al seminario Le sfide della sicurezza inclusiva e l’accomodamento ragionevole che si è tenuto a Milano e che è stato organizzato dal Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita di Milano, e da varie altre realtà (Asl Milano, Inail Lombardia, Ciip, …).

Pubblichiamo uno degli interventi, dal titolo Il punto di vista aziendale, a cura del Dott. Loris Beretta (Commissione Lavoro ODCEC Milano). Nell’intervento viene esaminata la figura del diversity management, che è un

principio di gestione delle risorse umane che tiene conto della diversità tra le persone presenti in un’organizzazione al fine di valorizzarle per il conseguimento degli obiettivi aziendali; il disability management è l’insieme di strategie che permettono il dialogo tra la persona con disabilità e l’organizzazione, finalizzato a un inserimento lavorativo di qualità.

Vengono anche riportate le risultanze di una indagine condotta da AIDP e ASAG (Alta Scuola di Psicologia “Agostino Gemelli”) dell’Università Cattolica di Milano, 2017. E si riportano anche i dati tratti dall’osservazione compiuta nel 2015 dal Diversity Management Lab di SDA Bocconi.

Da questi dati risulta che:

  • nell’80% del campione si risponde che nella propria organizzazione non sono presenti politiche di gestione della differenza culturale, religiosa e etnica. La maggior parte di coloro che hanno risposto in questo modo afferma che la non necessità di specifiche azioni per la gestione della differenza dipende dalla non presenza di problemi;
  • il 46% delle aziende con più di mille dipendenti adotta politiche di diversity.

Nell’articolo l’autore descrive anche dei casi di successo.

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