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Microclima e lavoro

Le condizioni microclimatiche di un luogo di lavoro e di vita possono interferire significativamente con le attività degli occupanti. In ambienti d’ufficio o domestici si possono creare condizioni non confortevoli in grado di ridurre la produttività, ma anche favorire il verificarsi di infortuni e di piccoli malesseri. Negli ambienti di lavoro in cui il ciclo produttivo richiede condizioni ambientali estreme con temperature particolarmente elevate o estremamente basse è addirittura necessario proteggere la salute dei lavoratori modificando, quando è possibile, il ciclo produttivo o realizzando adeguati sistemi di protezione collettiva e individuale. Una particolare attenzione deve essere rivolta ai luoghi di lavoro all’aperto in cui, durante la stagione estiva o durante l’inverno, i lavoratori possono essere esposti a condizioni climatiche estreme. I settori dell’agricoltura e dell’edilizia, caratterizzati dalla maggiore frequenza di infortuni e malattie professionali, sono particolarmente esposti a queste problematiche, anche perché in questi settori è maggiormente diffusa la manodopera irregolare.
Benché il D.Lgs. 81/2008 abbia inserito il microclima tra i rischi fisici da valutare ai sensi del Titolo VIII, l’assenza di uno specifico capo non fornisce, alla pari degli altri rischi come rumore, vibrazioni ecc., delle univoche indicazioni su come valutare tale rischio. La valutazione del microclima viene effettuata facendo riferimento alla normativa tecnica internazionale e nazionale basata su principi indiscussi da oltre quarant’anni. La Direzione regionale Inail Campania, avvalendosi degli esperti del settore Certificazione, Verifica e Ricerca, ha voluto realizzare questo opuscolo per fornire ai datori di lavoro, ai responsabili dei servizi di prevenzione e protezione e a tutti coloro che si occupano di prevenzione nei luoghi di lavoro, un momento di sintesi sulle attuali conoscenze e permettere loro di valutare nel migliore dei modi i rischi legati alle condizioni microclimatiche del luogo di lavoro e di realizzare le migliori azioni correttive.
Daniele Leone (introduzione a “LA VALUTAZIONE DEL MICROCLIMA. L’esposizione al caldo e al freddo. Quando è un fattore di discomfort Quando è un fattore di rischio per la salute”)

Per quanto riguarda quelle valutazioni che hanno bisogno di un indagine preliminare, che accerti il livello di soddisfazione o di insoddisfazione dei lavoratori, sono necessari dei contrubuti tecnici: si tratta di misurazioni, anche semplici, delle variabili principali che contribuiscono al microclima ambientale nel luogo di lavoro, anche in rapporto al concreto lavoro che vi viene svolto.
Le valutazioni vengono spiegate, passo dopo passo, dal Manuale dell’Inail, con riferimento a parametri tecnicamente accreditati. Questi parametri, testati in gran numero su situazioni lavorative differenti, per mettono di avere un buon grado di approssimazione alla realtà.

Come è noto, una delle difficoltà maggiori per raggiungere un buon grado di soddisfazione da parte dei lavoratori è cercare di rendere le diverse sensibilità individuali compatibili con un “sentire” medio comune, l’unico che permetta un intervento generale dove non sia possibile una regolazione ad personam.

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