Repertorio Salute

repertorio salute OPRAS organismo paritetico ambiente e sicurezza

Lavoratori musulmani: tutelarsi al meglio durante il Ramadan

Una pubblicazione Inail propone una serie di indicazioni in materia di prevenzione per evitare il possibile incremento dei rischi di infortunio legato a caldo e fatica durante il digiuno del Ramadan.

Dal 28 giugno comincia il mese sacro che prevede, tra i precetti, il digiuno nella fascia oraria che va dall’alba al tramonto. Una pubblicazione della direzione Perugia-Terni propone una serie di indicazioni in materia di prevenzione per evitare il possibile incremento dei rischi di infortunio legato a caldo e fatica.

Nove sintetiche indicazioni, racchiuse in un depliant informativo, per affrontare al meglio la giornata lavorativa durante il periodo del Ramadan. L’opuscolo – realizzato dalla direzione territoriale Inail di Perugia-Terni, dal Cesf di Perugiae dal servizio Prevenzione e protezione dell’Asl Umbria 1 – si rivolge ai lavoratori musulmani e ai datori di lavoro, in vista del digiuno previsto dalla religione dal 28 giugno al 27 luglio, nella fascia giornaliera che va dalle prime luci dell’alba fino al tramonto.

Dalla normativa alle misure da adottare. In un’ottica di attenzione alla salute e alla sicurezza lavorativa, il depliant propone indicazioni chiare e concrete per affrontare al meglio questo peculiare momento della vita lavorativa dei musulmani: dagli obblighi normativi che il datore di lavoro e i lavoratori devono rispettare alle misure per evitare i danni derivati dal troppo calore o dallo sforzo fisico. Inoltre, l’opuscolo focalizza l’attenzione anche sulle misure specifiche da rispettare durante questo periodo: la disponibilità d’acqua nei luoghi di lavoro; la presenza di particolari dispositivi di protezione e l’organizzazione delle pause di lavoro durante la giornata.

I possibili pericoli: dal disidratazione alla ipoglicemia. Disidratazione, ipoglicemia, perdita di coscienza sono solo alcuni dei pericoli a cui sono esposti i fedeli musulmani che devono rispettare per trenta giorni l’obbligo del digiuno (oltre a dedicarsi alla preghiera e alle opere di carità). Tra gli aspetti che i datori di lavoro non dovrebbero sottovalutare anche lo sforzo fisico richiesto dalla mansione e le temperature elevate che potrebbero comportare ulteriori pericoli per la salute degli osservanti. Per questo viene segnalata come buona prassi la riduzione degli sforzi fisici durante le ore più calde.

Ligi: “Comportamenti corretti per limitare i rischi”. A richiamare l’attenzione dei datori di lavori durante il Ramadan è il direttore territoriale Inail di Perugia-Terni, Alessandra Ligi, che ha più volte sottolineato come “il possibile incremento dei rischi di infortunio sul lavoro durante il Ramadan per i fedeli musulmani, unito all’obbligo da parte del datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute del lavoratore, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari”, impone in questo periodo una particolare attenzione nei confronti di questi lavoratori”.

> Scarica il depliant informativo

Fonte: Inail

Lascia un commento