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La sicurezza nei porti

sicurezza nei porti

Il Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro ha predisposto e sta realizzando (marzo 2019 – novembre 2019) nell’ambito del progetto “Prevenzione e vigilanza dei rischi nelle operazioni portuali, nella cantieristica navale e nel settore della pesca” un’azione di Formazione sul campo rivolta agli operatori dei Servizi di vigilanza.

Considerando la complessità di questo ambiente lavorativo, si ritiene che il personale dei Servizi  di prevenzione delle Asl che opera in ambito portuale necessita di una formazione specifica

finalizzata all’autonomia operativa in aree caratterizzate da rischio alto e specifico.

In cosa consiste la formazione sul campo? Si tratta di un

piano di miglioramento che consentirà di svolgere le funzioni di vigilanza in modo consapevole, professionalmente adeguato e in piena sicurezza per la propria integrità fisica, considerato che i luoghi di lavoro nave, aree operative e cantieri navali sono ambienti ad elevato rischio infortunistico anche per gli operatori della vigilanza.

Tematiche affrontate nel percorso formativo sono:

  • la normativa e le procedure di sicurezza in ambito portuale;
  • l’analisi dei cicli di lavoro portuali, marittimi e della pesca nei diversi porti italiani.

È  previsto  un programma di sopralluoghi e di simulazioni in aula. Gli incontri formativi in aula si svolgono  presso la sede dell’Inail di Roma e sono preceduti da una giornata formativa Ecm, organizzata dal Dipartimento di medicina epidemiologia igiene del lavoro e ambientale del lavoro dell’Istituto. L’analisi degli infortuni avvenuti in ambito portuale, registrati dal Sistema di sorveglianza nazionale Infor.Mo e analizzati con il Modello  sbagliando si impara, sono oggetto degli incontri per approfondire  le conoscenze in merito all’individuazione delle cause infortunistiche.  Vengono inoltre proposti modelli di intervento condivisi come i Piani mirati di prevenzione attuati in alcuni porti italiani, ad esempio a Civitavecchia e Ravenna, e realizzati in collaborazione con Inail.

Il percorso formativo individuale comprende la frequenza di un workshop e due visite ai siti portuali proposti.

Porti coinvolti: Trieste, Ravenna, Livorno, Olbia, Molfetta, San Benedetto del Tronto, Monte Argentario, Chioggia, Monfalcone.

Obiettivi formativi e ricadute operative
  • Trasferire a tutto il personale anche di più recente acquisizione le conoscenze sui principali rischi infortunistici e sulle condizioni ambientali che possono determinare l’insorgenza di malattie professionali correlate ai cicli lavorativi in ambito portuale o a bordo delle navi e dei pescherecci.
  • Divulgare e condividere i metodi adottati nelle aziende sanitarie per l’applicazione dei piani mirati di prevenzione realizzati in collaborazione con Inail nell’ambito del progetto di ricerca BRIC 2016.
  • Saper condurre in maniera autonoma le inchieste per infortuni sul lavoro occorsi in ambito portuale o a bordo delle navi e dei pescherecci.

Fonte: Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro.

I materiali didattici del progetto sono disponibili al sito della Asl di Trieste
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Per capire la portata delle attività che si svolgono in ambito portuale  proponiamo la tabella seguente tratta dall’intervento, proposto  nell’ambito del Progetto la Formazione sul campo,  dal dott. Giulio Andrea Tozzi, coordinatore del Gruppo tecnico interregionale Porti (Asl3 Liguria).

i numeri del settore portuale e logistico marittimo in italia

Fonte: MIT, «Piano Strategico della Portualità e della Logistica»: www.mit.gov.it/comunicazione/news/riforma-porti

Il peso, in termini di aziende e addetti, congiuntamente alla diffusa e  articolata pericolosità del settore avevano indotto in passato  le istituzioni competenti a porre  un’attenzione specifica alle modalità di intervento e di coordinamento delle forze in campo in ambito portuale, attenzione che sembra essersi attenuata negli ultimi anni ma che l’iniziativa del coordinamento tecnico  interregionale intende  recuperare.

Altrettanto importanti le iniziative realizzate, nel settore portuale, in collaborazione con Inail nell’ambito della promozione dei Piani mirati, di cui abbiamo parlato in precedenti articoli,  ricordiamo di seguito le caratteristiche di questo modello d’intervento.

Piano mirato di prevenzione nei porti: intervento coordinato e partecipativo

Coinvolgimento in primis della Asl territorialmente competente,  in collaborazione con INAIL Ricerche, INAIL sede territoriale, Autorità Portuale.

Il piano mirato di prevenzione (PMP) crea di fatto una rete di prevenzione tra Enti, imprese e lavoratori,  “perseguendo l’obiettivo di migliorare l’organizzazione della prevenzione in ambito portuale e di ridurre gli infortuni e le malattie professionali delle imprese ivi operanti”.

Le 10 fasi  dell’intervento
  1. FASE di assistenza e supporto alle imprese con il coinvolgimento attivo delle principali figure della sicurezza e degli stessi lavoratori
  2. FASE di monitoraggio della sicurezza del lavoro tramite il coinvolgimento diretto dei lavoratori
  3. FASE di formazione di Datori di lavoro, Dirigenti, Preposti, RSPP e RLS aziendali e di Sito
  4. FASE di vigilanza della sicurezza oggettiva durante le operazioni portuali e di verifica degli aspetti organizzativi delle imprese
  5. FASE di incontri tra gli operatori della ASL e le singole imprese vigilate
  6. FASE di attivazione di flussi informativi e formativi tra Enti, datori di lavoro, figure della sicurezza e lavoratori
  7. FASE di incontro con RLS di Sito e RLS Aziendali
  8. FASE Creazione di un gruppo di lavoro costituito da Autorità Portuale, ASL, Ispettorato del lavoro, un RSPP rappresentante delle imprese portuali e un RSPP rappresentante dell’impresa somministratrice, con il compito di effettuare l’aggiornamento dei regolamenti portuali sia in funzione dell’evoluzione normativa che in funzione delle criticità rilevate in corso di vigilanza.
  9. FASE di condivisione del regolamento portuale con la ASL competente sul territorio del porto.
  10. FASE di avvio di collaborazioni con la Capitaneria di Porto ed Ispettorato del Lavoro su specifiche problematiche rilevate in fase di vigilanza o in corso di indagini infortuni.
  11. FASE di attivazione di scambi informativi con altre Asl di Porti italiani finalizzati alla condivisione di soluzioni di problematiche comuni.

Il modello formativo proposto valorizza il principio della partecipazione che d’altronde è tema centrale della legislazione vigente in materia di salute e sicurezza e degli accordi attuativi delle relative disposizioni: significativa la testimonianza del ruolo svolto dagli Rls di sito. L’intervento, nell’ambito del Progetto Formazione sul campo, di un Rls di sito del porto di Ravenna (dove è stato attuato un Piano mirato di prevenzione) evidenzia il peso sia qualitativo sia quantitativo delle azioni, svolte da questa specifica figura di rappresentanza, in termini in particolare di segnalazioni raccolte dai lavoratori (cresciute dal 2014 al 2018 del 309% ), incontri con i lavoratori (più 111,5%) incontri con enti e aziende (più 47,5%).

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