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Il gioco al servizio della performance in azienda. L’Escape Room.

Articolo della Dr.ssa Maria Paola Gazzetti
Psicologa, assessor, psicoterapeuta orientamento cognitivo comportamentale
www.psicologompg.it | www.magicescape.it 


Il gioco al servizio della performance in azienda. Recruting e sviluppo delle competenze attraverso l’Escape Room.

Nell’odierna società, spesso il nostro agire quotidiano è fortemente condizionato da due fattori: il tempo e il successo.
Le persone avvertono la pressione a svolgere presto e bene un’attività e spesso, focalizzando l’attenzione  esclusivamente sull’obiettivo, il cui raggiungimento è garanzia di successo, non riescono a trovare soluzioni innovative per il poco tempo che concedono a questa ricerca.

La velocizzazione estrema dei comportamenti e l’eccessiva concentrazione sul risultato, inevitabilmente, inibiscono la nostra capacità creativa, riducendo la riflessione e sviluppando individualismo.
La chiusura al confronto e allo scambio induce inoltre a ripiegare su vie istintive o precedentemente apprese nella soluzione dei problemi.

Sul piano relazionale tale orientamento produce un aumento della diffidenza verso gli altri, spesso percepiti come concorrenti o potenziali fonti di conflitto.

Per provocare una concreta inversione di tendenza, occorre far leva su strumenti non riconducibili direttamente alla capacità di soluzione di problemi o a dinamiche competitive. Da questo punto di vista, sicuramente il gioco assume un ruolo fondamentale, soprattutto il gioco di squadra.

Il gioco di gruppo di per sé non risponde a richieste esterne o a esigenze biologiche. Il sociologo Gregory Bateson sosteneva che il gioco non è quello che sembra, poiché

azioni fittizie simulano in modo sempre più accurato azioni reali, permettendo così sia lo sviluppo della sfera cognitiva personale, sia le capacità relazionali.

In questi ultimi tempi, spesso, si sente parlare di Escape Room come nuovo divertimento per passare una serata con gli amici. Difficilmente però ci si sofferma sul valore altamente formativo e sociale che può assumere tale tipologia di gioco.

La Escape Room è un gioco di logica nel quale i concorrenti, rinchiusi in un ambiente allestito a tema, in 60 minuti devono cercare d’uscire dalla stanza utilizzando l’ingegno per risolvere rompicapi, enigmi, indovinelli, codici.

La persona, quando gioca, è libera da pulsioni ed emozioni che possono generare pressioni o stress. La mente nel gioco è attiva e vigile, ma non sottoposta a pressioni.

Il gioco di squadra, diversamente da quello individuale (ad esempio, le slot-machine, che possono creare dipendenza, in quanto stimolano la competizione uomo-macchina), favorisce la collaborazione con gli altri, l’applicazione di novità, promuove un senso d’appartenenza e di comunità, rilassa e genera ottimismo.

L’attenzione del giocatore, che gioca in squadra, è focalizzata sul processo più che sul risultato.  La mente del giocatore non è distratta dalla paura del fallimento. In tal senso, partecipare ad un gioco di squadra già solo per questo motivo può migliorare le relazioni interpersonali e favorire  il benessere psicofisico.

Con questo termine, oggi molto sfruttato, intendo uno stato d’animo, e non semplicemente l’attenzione puramente estetica al proprio corpo o alla salute.

Personalmente credo che le Escape Room con il tempo possano diventare anche un ottimo strumento di formazione aziendale, soprattutto per sviluppare competenze come il team work, il problem solving, l’organizzazione o la leadership.

Le persone che vengono chiuse in una stanza con altri partecipanti per risolvere una serie di giochi di logica e osservazione, trovare indizi, scoprire i retroscena della trama per poter concludere nei tempi previsti il gioco, sperimentano il valore aggiunto del lavoro in squadra.

Tale situazione, anche se si sviluppa in un contesto ludico, evidenzia dinamiche della vita reale, sia di coppia che di gruppo.

Nel giocare  emerge, ad esempio, la figura  del leader che guida il gruppo, ma nello stesso tempo, ogni giocatore  ha modo di  sperimentare come nessun ”cervellone” si possa salvare da solo, in quanto per uscire dalla stanza è necessario collaborare con gli altri partecipanti.

La mia trentennale esperienza di formatrice e assessor in un contesto Aziendale  molto vario e dislocato su tutto il territorio nazionale, come quello di Trenitalia, mi ha insegnato come l’efficacia della formazione dipenda in larga misura dalla possibilità che viene data ai discenti di mettersi in gioco in situazioni apparentemente estranee alle dinamiche aziendali.

In un mondo del lavoro in cui contano sempre di più le soft skills (competenze non tecniche che indicano l’effettivo interesse, attitudine, del candidato), il contesto informale come quello del gioco permette al selezionatore d’individuare e implementare tutte quelle skills trasversali richieste a chi si prepara a lavorare in un’azienda innovativa.

Il colloquio e lo screening dei CV da soli non permettono di individuare le soft skills. Le Escape Room possono rappresentare uno dei metodi alternativi di recruting.
La decontestualizzazione e l’approccio del candidato nel costruire una via d’uscita dall’Escape Room permette di valutare abilità individuali e di gruppo utili all’azienda e difficilmente individuabili in un colloquio face to face.

In Italia le aziende che richiedono l’uso dell’Escape Room per attività di recruting o/formazione sono aziende giovani che hanno bisogno di alta motivazione e di migliorare i risultati, o aziende interessate al miglioramento del clima lavorativo.

In collaborazione con mio figlio Flavio Iacobini, prestigiatore e ideatore della Magic Escape Room a Roma, abbiamo progettato un percorso formativo di valutazione di alcune competenze, come ad esempio il problem solving, il time management o l’orientamento al risultato da poter valutare tramite le Escape Room.

Premesso che l’ambientazione di una Escape può influire in termini di sviluppo di una competenza più che di un’altra, vediamo  come possono essere valutate alcune competenze attraverso tale  tipologia di gioco.

PROBLEM SOLVING > Abilità nel cogliere gli indizi e risolvere enigmi in tempi brevi e fuori dagli abituali schemi di riferimento. La capacità ludica, sviluppa creatività. La escape room può sviluppare  l’abilità di  trovare soluzioni vincenti sul mercato.

TIME MANAGEMENT > Processo di pianificazione e controllo del tempo utilizzato per aumentare l’efficienza e la produttività. Abilità nel portare a termine un compito nel tempo prestabilito (metafora delle scadenze).

ORIENTAMENTO AL RISULTATO > Mostrare costanza e persistenza nel raggiungere gli obiettivi programmati, (uscire dalla stanza) utilizzando persuasione e intuizione. L’immersione nel gioco evidenzia la capacità di concentrazione del giocatore-candidato nel voler raggiungere l’obiettivo nel tempo prestabilito.

Il progetto, oltre a costituire un esempio di possibile collaborazione tra generazioni diverse (age management) rappresenta una alternativa all’assessment tradizionale, molto vantaggiosa  in termini di costi e tempi di realizzazione.

Tra il briefing iniziale, il gioco e il debriefing finale, l’esperienza dura non più di mezza giornata. L’abbattimento di costi/tempi rispetto alla formazione o assessment tradizionali è quindi evidente.

Tale progetto è stato presentato a Pescara alla sede della Confindustria Abruzzo e alla sede dell’AXA a Roma.

Interventi di semplice team bulding attraverso la Escape Room sono stati inoltre realizzati per la Banca del Lavoro, Virgin e per Poste italiane.

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