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Eppur si muove?

eppur si muove

Da una parte il numero crescente e quotidiano degli infortuni sul lavoro, dall’altra il nuovo Governo Conte. Anche se sollecitati sempre dalla tradizionale logica emergenziale, sembra che stavolta qualcosa si muova.

Il 10 Settembre il Presidente del Consiglio dichiarava:

stiamo pensando di realizzare un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.

È questo il contenuto del punto 4 dei 29 del programma di Governo.

Il 24 Settembre il Ministro del Lavoro Catalfo apre un Tavolo con la presenza del Coordinamento delle Regioni, gli enti pubblici competenti e delle Parti sociali, dichiarando:

Il tema della salute e della sicurezza sul lavoro è un fenomeno che affligge il mondo del lavoro, è un’emergenza che va affrontata insieme e non può prescindere dal confronto con le parti sociali. Per questo motivo siamo seduti attorno a questo Tavolo. Voglio avviare un dialogo costruttivo e arrivare a delle proposte condivise finalizzate all’attuazione e all’aggiornamento del Decreto Legislativo 81, soprattutto a seguito dei gravi e frequenti episodi infortunistici.

Trascurando l’affermazione che il tema della salute “affligge il mondo del lavoro”, così come la motivazione legata all’emergenza data dal numero dei decessi, l’intenzione appare seria. Al Tavolo era presente anche il Ministro della Salute Speranza, primo firmatario di una proposta di legge presentata a inizio legislatura proprio sul tema.

In Parlamento sta andando avanti l’esame di questo Disegno di legge. E proprio sulla proposta Speranza sono calate, durante l’audizione del 18 settembre, le critiche dei sindacati, che hanno bollato il Decreto come mancante di “proposte approfondite, motivate, di ampio raggio e di spessore”. Aggiungiamo che meraviglia molto che la proposta firmata anche dall’ex segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, parta da dei dati forniti dall’Osservatorio indipendente di Bologna. Il quale, a dispetto del nome altisonante, la dichiarata indipendenza e la sede in una grande città, non è una struttura affidabile composta da ricercatori, ma un sito di un anziano pittore convinto di curare le malattie attraverso una pittura “pranica” di sua creazione che raccoglie giornalmente dai quotidiani le notizie di morti sul lavoro. Notiamo questo per sottolineare e confermare che sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro c’è, purtroppo troppo frequentemente, molta confusione e scarsa competenza. E non aiuta.

Il primo aspetto, è stato fatto notare, è quello di evitare di concentrarsi solo su quali risposte dare all’emergenza. È indispensabile al contrario ragionare dell’intero e ampio campo che il tema copre. Nell’audizione, correttamente, i sindacati hanno fatto notare che l’Italia è l’unico Paese dell’Unione a non avere una Strategia Nazionale prassi per tutti gli altri. Una Strategia che sia costruita incrociandola con le Strategie su almeno altri tre temi: le politiche industriali e ambientali, le politiche del lavoro e il Piano Nazionale di Prevenzione che traccia le linee per la tutela della salute dei cittadini italiani.

Sono aspetti che appaiono ovvi ai più, ma che purtroppo non riescono a imporsi.
Dovrebbero essere chiari due aspetti. Il primo è che per perseguire il benessere degli abitanti di questo Paese non si può lavorare solo sul loro tempo libero. Gli obiettivi delle strategie e gli stili di vita auspicabili hanno senso se si ragiona nell’arco delle 24 ore, per tutti i giorni dell’anno. E quindi necessario connettere la salute sul lavoro con quella del restante tempo (e questo dovrebbe suggerire di connettere anche le rispettive strutture sanitarie).  Il secondo è che la cultura della prevenzione va praticata permanentemente nell’arco della vita. I 600mila circa infortuni sul lavoro si sommano ad altri 3,5 milioni di infortuni domestici e stradali, molti dei quali mortali o con gravi conseguenze. Non di rado le cause e perfino le dinamiche s’incrociano. Quasi il 50% degli infortuni mortali sul lavoro avvengono sulle strade, molti incidenti domestici sono in realtà infortuni sul lavoro.

Quindi, dotarsi di strategie settoriali coordinate  è la base per affrontare i problemi nel modo più adeguato. I contenuti e la programmazione dell’applicazioni di queste strategie sono le tappe successive. Ed è chiaro che ci vuole un lavoro costante e tenace di anni.

Si dice che ogni lungo viaggio inizia dal primo passo. Forse non siamo al primo passo, ma il cammino è lungo e  va proseguito in una direzione chiara. Staremo a vedere.

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